Speranza: “Padoan finora ha obbedito a Matteo, ora svolta o votiamo contro la manovra”

Politica
Intervista a Roberto Speranza

La Repubblica

ROMA. “Una premessa: noi siamo stati responsabili verso il governo, contrari al partito dell’avventura. Per intenderci, “Gentiloni stai sereno” lo dice Renzi, non Speranza. » il Pd ad aver alimentato l’idea di una corsa al voto, senza guardare all’interesse del Paese”.

Fatta la premessa, qual è il “però”, onorevole Roberto Speranza?

“Noi non siamo disponibili a dire sì a tutti i costi. Chiediamo una svolta in politica economica. Finora sono state fatte scelte sbagliate. C’è troppa continuità con gli anni di Renzi”.

Si riferisce anche al Def e alla manovra?

“Guardo prima di tutto a quello accaduto finora. Ad esempio alla scelta di non puntare sugli investimenti, che in questi anni ci avrebbero consentito di raddoppiare il Pil. Penso alle infrastrutture, a un grande piano edilizio, alla sanità e alla rivoluzione verde. E poi dovremmo tornare alla “clausola Ciampi”: il 45% degli investimenti si facciano al Sud. Senza dimenticare l’equità: non possiamo essere quelli che tolgono la tassa sulla casa anche ai miliardari, per capirci. E sa invece quanto Pil abbiamo destinato alla leva fiscale?”.

Quanto?

“Tantissimo, il 2%. In una congiuntura favorevole, per di più, con tassi d’interesse bassi, quantitative easing, costi minimi per l’energia. Diciamolo: scommettere sulla leva fiscale e sui bonus non ha dato i risultati sperati”.

Chiede dunque a Gentiloni di essere meno timido e cambiare direzione di marcia?

“Finora ha contato soprattutto Renzi. Dice “abbassiamo le tasse”, ma insegue solo il consenso. C’è troppa continuità con i suoi anni”.

Altrimenti gli voterete contro nei passaggi cruciali? Penso alla manovra d’autunno.

“Vogliamo una svolta. Responsabilità non può significare “sì” a tutti i costi. Se le politiche non ci convincono e si aumentano le diseguaglianze, si fa male al Paese. Su questa strada noi non ci stiamo”.

Anche Renzi chiede discontinuità, però.

“Renzi è quello delle politiche economiche sbagliate”.»

In corso un pesante braccio di ferro tra Padoan e l’ex premier: voi con chi state?

“Finora Padoan ha fatto quello che Renzi ha ordinato. Lo apprezzo quando ammette che la strada è stretta. Ma manca l’altra parte di verità: non bastano bonus e leva fiscale, bisogna mettere soldi sugli investimenti e sulla lotta alla disuguaglianza. In fondo, un cambio di marcia ce l’hanno chiesto gli elettori anche il 4 dicembre, non possiamo fare finta di niente”.

Il primo banco di prova è comunque la manovrina. Come le sembra? E ancora: la voterete?

“Svolte non ne vedo, per la verità. Valuteremo bene le carte. Serve un nuovo confronto con il governo, già nelle prossime ore”.

Insomma, vi preparate a contestare il Def per poi sfilarvi dalla manovra d’autunno, lasciando al Pd l’onere della stangata?

“Per noi viene sempre prima il Paese. Ma fare gli interessi del Paese significa cambiare radicalmente rotta. Nel Def le scelte fondamentali sono rinviate. » chiaro che la partita decisiva si gioca a ottobre”.