(Che Italo Calvino mi perdoni!). Primarie Pd. Domenica 26 febbraio. Alle 22:30, finalmente tornato a casa, dopo quindici ore di lavoro ininterrotto in una sede elettorale, ascolto con soddisfazione e un pizzico di emozione le news dei telegiornali e notiziari vari. Elly Schlein è il segretario del Nuovo Pd.
Occorre a questo punto fare qualche passo indietro. A una-due settimane prima.
Bisogna garantire un appoggio e una “presenza” per Schlein durante le votazioni. Da Articolo Uno, il mio partito, mi chiedono: perché non fai il presidente del seggio “x”? Ci penso, l’idea non mi dispiace.
In realtà, il voto a Elly Schlein l’abbiamo già dato una prima volta: come iscritto ad Articolo Uno, secondo l’accordo nazionale tra noi e il Pd, che stabilisce che alle Convenzioni riservate ai soli iscritti partecipiamo e votiamo anche noi, ho già votato per Elly Schlein. E da questa prima “passata”, su scala nazionale, è uscito vincente, con largo margine su Schlein, il candidato Bonaccini. Ma a Napoli, sia pure di un soffio, ha prevalso Schlein. Come in tante altre grandi città. Largamente sotto il 10% i consensi per Cuperlo e De Micheli. Che sono quindi “esclusi” dal ballottaggio del 26 febbraio, aperto a tutti gli elettori. Di nuovo, tutti, ci impegniamo a votare e far votare Elly Schlein. E così Articolo Uno usa tutte le sue forze (non grandissime, peraltro!) nell’appoggio a lei; Bersani l’ha chiaramente indicata come candidata da votare.
La mia personale scelta per Schlein riflette 3 ordini di motivi.
1 – Il posizionamento visibilmente a sinistra di Schlein, che con la sua stessa candidatura preannuncia una discontinuità forte e sicura con il passato recente del Pd, fatto di politiche “moderate” e poco coraggiose, attratto da un inesistente centro politico che invece si dice sia sempre indispensabile per vincere, qualunque cosa. E che bisogna “coltivare” per aumentare il numero di consensi. A mio modesto avviso i consensi aumentano, e di parecchio, rispetto allo stato presente, se si vanno a “riprendere gli elettori dal bosco”, se si riconquistano cioè tutti gli elettori e simpatizzanti persi a sinistra in questi anni, rimotivandoli e ricompattandoli, con parole e scelte chiare, dicendo “con chi sto”, “da che parte sto”, chi “aiuto”, senza voler rappresentare l’universo mondo, ma candidandosi, con una evidente visione “di parte”, a governare bene nell’interesse di tutti. Questo per me è il Partito della Nazione, citato ed evocato da Reichlin e Scoppola, e non la “parodia” che ne fece Renzi a suo tempo, a suo uso e consumo. In sintesi, poi, lotta alla precarietà, diritti civili e sociali, ambiente, femminismo, altri temi di sinistra, cruciali, declinati con convinzione e cognizione di causa.
2 – La determinazione non solo di salvaguardare, ma di ampliare e migliorare, pilastri di democrazia, sviluppo, uguaglianza, welfare, crescita economica sociale e civile, come la Sanità e l’Istruzione pubbliche.
3 – La netta e chiara posizione contro l’autonomia differenziata. Faccio parlare Schlein stessa, la sua mozione:
“Il disegno di legge di Calderoli sull’autonomia differenziata è una proposta inaccettabile, che affonda le sue radici nel progetto secessionista della Lega. A colpi di forzature si è scavalcato il confronto con regioni e territori nelle sedi opportune, si è scavalcato il Parlamento prevedendo di fissare i Livelli essenziali di prestazione con un DPCM, quando si tratta di diritti fondamentali delle persone sull’accesso a salute, trasporti, istruzione. Il modello della destra deforma l’ispirazione autonomista della Costituzione e cristallizza le disuguaglianze territoriali. Va rigettato con forza, perché non corrisponde agli interessi del Paese. Non è un disegno emendabile. E noi non possiamo scendere a compromessi su questo punto.
La questione meridionale è una grande questione nazionale. Non esiste riscatto del Paese che non passi dal riscatto del Sud. E non esiste riscatto del Sud che non passi dal riscatto delle donne e dei giovani, che studiano e si formano, che lavorano e fanno innovazione e impresa.
Il Sud ha tutte le potenzialità per diventare la grande piattaforma italiana per l’economia verde e le energie rinnovabili. Il ponte logistico e produttivo tra l’Europa e il Mediterraneo. Per attirare investimenti e offrire occupazione di qualità per tante ragazze e ragazzi che oggi sono costretti ad emigrare è però fondamentale attuare nei tempi previsti i progetti finanziati dalle risorse nazionali ed europee. Stabilizzare la fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud, che dobbiamo orientare verso la creazione di occupazione stabile Tutti i dati e le analisi ci raccontano un Paese profondamente segnato dalle diseguaglianze territoriali. (…)
È necessaria una nuova Carta delle Autonomie per restituire agli enti locali il ruolo che spetta loro come istituzioni costitutive della Repubblica, riconoscendo pienamente il ruolo degli amministratori e delle amministratrici locali (anche con la modifica della legge Severino nella parte che riguarda i sindaci e delle norme sulla responsabilità politica, amministrativa ed erariale dei sindaci) e rivedendo le funzioni e l’assetto istituzionale delle province e delle città metropolitane”.
Dopo questa digressione “politico-programmatica”, è tempo di tornare a domenica 26 febbraio.
Fin dalla mattina presto, dopo poco le 8:00, cominciano ad arrivare persone per votare: alcuni sconosciuti, altri volti noti: ex deputati e sottosegretari; ex calciatori del Napoli; personaggi che animano alcune TV locali; vecchi colleghi e maestri di Università; colleghi di adesso della Federico II, che non ti aspetti di vedere qua; amici che non vedevo da decine di anni… con tutti scambio qualche parola, di rispetto e ricordo, di “complicità”, di saluto per altri amici.
Avevamo stimato in 150-200 i potenziali elettori e avevamo vidimato di conseguenza tale numero di schede. Da metà mattinata fin alle 14-14:30 il flusso di votanti aumenta, il piccolo spazio della sede elettorale è pieno di persone, votanti, scrutatori, rappresentanti di lista, dirigenti Pd che sono lì ad osservare, e schede (dal presidente all’elettore all’urna) e soldi (2 euro di contributo per ogni votante) vanno da un capo all’altro della sala… Fuori si forma una lunghissima fila. Alcuni, dopo attese anche di 20-30 minuti, si scoraggiano e vanno via. Un peccato. Ma lo sforzo che stiamo facendo per soddisfare tutte le richieste formali imposte dall’organizzazione (riconoscimento, trascrizione dati, firme, votazione, pagamento dei 2 euro), è il nostro massimo.
Siamo costretti a vidimare altre centinaia di schede. Nel frattempo la gente vota, ma la fila si allunga, e la gente vota e vota, e la fila si allunga, e allunga ancora.
Non mancano accese discussioni (tutte “vivaci”, ma senza problema alcuno), dovute a carenza di informazioni da parte Pd nell’organizzazione, e mancanza di attenzione nel leggere le informazioni, quelle che ci sono, da parte degli elettori.
“Sono iscritto a questo circolo e voglio votare qua, nonostante la mia sede di voto sia un’altra secondo la suddivisione fatta dalla Commissione organizzativa”; “Non ho la tessera elettorale, abito a…, voto in genere in un seggio della scuola…, posso votare qua?”; “Risiedo in altra regione, sono dovuto venire improvvisamente a Napoli, se faccio una autodichiarazione ai sensi dell’art…, che non ho intenzione né possibilità di tornare nella mia regione e votare di nuovo, posso votare qua, adesso?”; “Sono iscritto Pd online, la mia iscrizione non risulta nei vostri elenchi, ma io che ci posso fare? La colpa è vostra. Non voglio pagare i 2 euro, non per i soldi, ma per principio!”; “Abito qua vicino, formalmente è un altro quartiere, ma la sede elettorale che mi è stata assegnata è lontanissima. Voto qua?”; e tanti altri casi. Insomma, alcuni con pazienza e buon senso li risolviamo, altri no. E si va avanti, con soddisfazione di quelli che hanno ottenuto quello che chiedevano, rimproveri e non benevole considerazioni sul perché il Pd perde voti, da quelli che non trovano soluzione al loro problema.
Verso le 19:30 finalmente il flusso quasi si estingue; alle 20 chiudiamo le votazioni. 12 ore di apertura della sede elettorale!
Lo spoglio riserva la piacevolissima sorpresa di un enorme numero di voti per Schlein; molti, ma molti, di meno a Bonaccini. È fatta! Anche da noi, negli altri seggi della Municipalità, saprò poco dopo, è un trionfo per Schlein. I dirigenti bonacciniani sono lividi, vanno via non appena ottenuti i risultati, neanche definitivi, perché per sicurezza ricontrolliamo schede votate, numero di votanti eccetera, prima di chiudere i verbali ufficiali.
Riprendendo a ragionare (altro intermezzo nel racconto della giornata!), secondo me le condizioni per una continuazione effettiva e significativa del percorso costituente intrapreso dal Pd, per la creazione di un Nuovo Pd, si fanno più favorevoli. Schlein spingerà, ed ha anche interesse a farlo, su questa strada.
Il fatto del tutto nuovo, eclatante, mai accaduto, che le primarie aperte ribaltassero il risultato delle votazioni riservate agli iscritti, significa che c’è una vasta area di elettori di sinistra, che vogliono un Partito forte, di sinistra, che sia unitario, che parli alla sua gente, pur avendo l’ambizione e la capacità di governare per il bene di tutti. Campo largo, e rispetto e dialogo, con tutte le forze di progresso. Bando a distinguo, tatticismi, picche e ripicche, ma si lavori insieme per il bene del Paese. Il voto degli elettori e simpatizzanti Pd e progressisti ha battuto, di fatto, il voto degli apparati; se volete, meglio, gli elettori non si iscrivono al Pd magari proprio perché il Pd e i suoi dirigenti non fanno e non dicono le cose che dice e che farà Elly Schlein: parole chiarissime su Sanità e Istruzione pubbliche. Condanna della politica disumana sui migranti, a partire dalla tragedia di Crotone. Schlein fa capire che una politica di lager in Libia non sarà più politica del Pd; che non saranno tollerati attacchi alla Scuola, saranno difesi e ampliati i diritti civili e sociali, di cittadini e lavoratori (pensate al Jobs Act, solo per dirne una); giovani e donne non saranno più i “vice” di nessuno, se capaci. Il Mezzogiorno sarà al centro della politica del Pd, per ridurre fino ad annullare i divari esistenti.
Infine, una riflessione su di noi, su Articolo Uno. La nostra comunità ha dato un contributo importante, generoso, forse decisivo, con tutti i limiti anche “dimensionali” delle sue forze, al dibattito per la Costituente e a sostenere la candidatura di Schlein; è lecito attendersi qualche cosa di più da questo dibattito? Possiamo ambire a essere, ancora, una forza di pungolo affinché si continui la discussione, si riesca a costruire, a sinistra, insieme, un partito nuovo, secondo le linee e le idee e aspettative che in qualche modo l’affermazione di Schlein fa apparire possibile, se non addirittura necessario.
E torniamo all’inizio. Domenica 26 febbraio, 22:15 circa. Mia moglie, santa donna (ha fatto il suo dovere la mattina, votando Schlein con le nostre figlie alla sede elettorale assegnatale), mi viene a prendere in macchina per evitarmi una “scarpinata” a sera tardi, con una pioggerellina che intanto ha preso a cadere. Alle 22:30, finalmente tornato a casa, dopo quindici ore di lavoro ininterrotto, ascolto con soddisfazione ed un pizzico di emozione le news dei telegiornali e notiziari vari. Elly Schlein è il segretario del Nuovo Pd.