Il Sud, la Politica e le conseguenze dell’emergenza sanitaria

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In questi giorni si impone una riflessione sul nostro Sud e sulle conseguenze dell’emergenza sanitaria da Covid. Tante sono le criticità del momento e non sempre le soluzioni prospettate sono quelle che ci aspettavamo. La crisi economica pesa sempre di più.

Chi già era in difficoltà prima, ad oggi non sa più come provvedere a se stesso e alla propria attività. Ciò è ancor più vero nel Mezzogiorno, dove molte città vivono di solo turismo o si riempiono nei soli periodi primaverili ed estivi. Le città di mare come le aree interne.

In un momento come quello che la nostra comunità nazionale sta vivendo, drammatico ed emergenziale, corre l’obbligo per chi ha scelto di dedicare la propria opera al servizio degli altri, impegnandosi nella più difficile e, spesso, ingrata delle attività umane, la “Politica”, di essere lungimiranti e coraggiosi nel cogliere, nonostante tutto, gli elementi di profondo cambiamento e ripensamento che questa “crisi” sanitaria, sociale, relazionale ed economica impone e per l’impatto che avrà – di cui si intravedono già elementi di conflittualità e gravità assoluta – nell’organizzazione dei servizi alla persona, delle infrastrutture imprenditoriali ed economiche, della rete interistituzionale nei diversi territori ed in particolare nelle regioni del Mezzogiorno.

Come possiamo ripensare allo sviluppo del Paese in quella che da emergenza si sta trasformando in ordinarietà?

Quali soluzione prospettare per i soggetti e i territori più fragili?

La complessità dello sviluppo territoriale e delle strategie da perseguire attraverso la piena valorizzazione delle risorse materiali e immateriali esistenti rappresentano un punto di partenza imprescindibile: il capitale umano delle Regioni del Mezzogiorno deve poter essere dispiegato nelle Regioni di appartenenza.

Il Sud ha bisogno di tutte le sue donne e di tutti i suoi uomini per immaginare e progettare un futuro diverso mettendo in rete tutto il suo capitale umano e le ricchezze culturali, artistiche, paesaggistiche e naturali senza vincoli, oggi, incomprensibili e fuorvianti.

L’organizzazione dei servizi pubblici, penso alla scuola, alla sanità, alla mobilità, alle agenzie culturali e museali, può rappresentare un primo “campo” di intervento, sperimentando soluzioni legislative/amministrative innovative sulle modalità e sui tempi dei trasferimenti interregionali in grado di promuovere e di fare da volano allo sviluppo sinergico locale.

È compito della “Politica” individuare le priorità e definire i mezzi/strumenti necessari per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e di equità sociale, culturale ed economica in tutti i territori, sostenere e finanziare progetti di nuova imprenditorialità giovanile, dare ascolto e comprendere, finalmente, le ragioni delle donne e degli uomini del Sud.

Anna Starita

Napoletana, 25 anni, laureata in Giurisprudenza alla Federico II. Praticante avvocato abilitato e membro della segreteria provinciale di Articolo Uno, già portavoce di Possibile Napoli e parte del Comitato promotore nazionale di LeU.