Il mare alla radio: suggestioni d’agosto per condividere la rotta

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È proprio un gran godimento ascoltare il mare attraverso la voce di Alfonso Veneroso, attore curioso e coltissimo, che ama il mare e le sfide come questa sua in atto, accolta da Radio InBlu.

Le voci del mare. Mare in musica narrativa e versi è una serie di lezioni-performance in onda il sabato alle 21 e replicate la domenica alle 13, scaricabili in podcast su www.radioinblu.it. Una vera chicca, non solo per gli amanti del mare ma per i cultori della poesia e della parola ben detta, della voce capace di cavalcare le onde, di inabissarsi e riemergere, di salpare e fare ritorno.

Che il mare abbia nei secoli ispirato scrittori, poeti, musicisti, si sa. Ma qui c’è a monte una ricerca tematica condotta con rigore e passione conoscitiva, c’è una chiave di lettura che cerca nuove consonanze e nuove eco, e rintraccia, attraverso autori diversi ed epoche lontane, motivi comuni: pescatori, tempeste, isole, sirene, confine, ponte, oblio, memoria sono alcuni di essi.

Il mare diventa specchio e metafora dell’esistenza, delle sue contraddizioni, delle sue inquietudini, sorta di lente d’ingrandimento per guardare alle emozioni e ai sentimenti degli uomini, spesso opposti, a volte inconciliabili, a volte pacificati. “Il mare – dice l’attore – è lavoro o vacanza, è separazione e unione di rotte e costumi, è fame e ricchezza, morte e amore, guerra e pace, superficie e profondità”.

E con il mare la voce, la prosa e i versi, la musica e le canzoni che si succedono in questi viaggi pieni di senso, condividendo la rotta.

La prima puntata ha toccato i temi dell’incanto davanti al mare e dell’universo dei pescatori attraverso estratti di due grandi classici come Moby Dick di Melville e Il vecchio e il mare di Hemingway, accompagnati dalle musiche di Franco Battiato, Domenico Modugno, Pierangelo Bertoli, e il soul di Otis Redding.

La seconda ha affrontato due tra le più celebri tempeste di mare, quelle contro le quali si avverte forte la piccolezza dell’uomo di fronte alla potenza della natura, ma anche la percezione umana del divino che ci riscatta: Maelström di Edgar Allan Poe e il XXVI canto dell’Inferno, dove l’Ulisse di Veneroso, una garanzia tra i lettori di Dante e della Commedia in particolare, è davvero grandioso. Molto giuste anche qui le scelte musicali, con Il pescatore di Fabrizio De André, La tempesta di Angelo Branduardi e La tempesta di mare di Antonio Vivaldi.

A traghettare le due puntate sono stati invece i versi di un poeta pescatore molto caro all’attore, Vincenzo Licata, di Sciacca come lui, morto novantenne nel 1996 dopo una vita in mare cominciata poco più che bambino, quando ancora si pescava in barca a vela. “Licata –dice Veneroso – rappresenta la vita vera che si fa poesia” ed è stato annunciato con due poesie scritte in siciliano e rese in una bella traduzione rispettosa del sound che mantiene viva la tensione emotiva. Un pezzettino di mollica, un commuovente inno al pane come unico cibo disponibile quando la pesca non era fruttuosa e Colpi di mare, ovvero la prima tempesta affrontata dal poeta ragazzino, vera e propria iniziazione alla vita.

Le prossime puntate contempleranno letture da Omero, Hans Christian Andersen, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Daniel Defoe, R. Louis Stevenson, Eugenio Montale, Umberto Saba, Sandro Penna.

Le voci del mare
di Alfonso Veneroso
www.radioinblu.it

Alessandra Bernocco

Giornalista, laureata in filosofia, ama scrivere e cucinare. Da sempre appassionata di teatro, ha insegnato storia del teatro e collaborato come critico a vari periodici tra cui Europa, L’Unità.tv, Multiversi, Dramma e Oltrecultura. Ha pubblicato Suite Bohémien (Robin) e Bip. Il rumore del tempo sospeso (Dialoghi) Si sfoga sul suo blog, Verba manent.