“Dove nessuno è mai giunto prima”: la politica spiegata con Star Trek

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Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell’astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale. Diretta all’esplorazione di strani, nuovi mondi. Alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà. Fino ad arrivare dove nessuno è mai giunto prima”.

Queste le parole d’apertura di un mito che ancora oggi fa viaggiare con la fantasia milioni di persone, nonostante siano passati cinquant’anni (esordio nel 1966). E proprio attraverso questa saga tenteremo di illustrare la situazione politica attuale e i suoi sviluppi possibili.

Sono alcuni mesi che sembra di assistere a un’inedita lotta tra Klingon e Borg, con livelli di consenso molto alti, mai registrati prima. Tenendo presente, inoltre, che simpatizzano per questa ricerca di dominio anche Romulani, Cardassiani e Farengi. Dobbiamo preoccuparcene? Credo di sì, non solo perché il mantra dei Borg è: “Voi verrete assimilati. La resistenza è inutile”

È particolarmente raro che un governo sia così forte, e l’opposizione così in difficoltà (divisa tra visioni differenti e programmi variegati). La Lega sta conquistando sistematicamente tutti gli spazi del centro-destra, e il Movimento 5 Stelle tenta di presidiare a suo modo i quadranti della sinistra. Questo genera un mix di consenso che tende a essere più radicato, meno labile, di quello che si materializza per singoli provvedimenti specifici.

La sinistra deve saper (ri)strutturarsi come forza di dialogo e rappresentanza di ampie fasce della società, se non vuole fare la fine degli extra degli episodi della saga con l’uniforme rossa. I principi alla base di Star Trek possono tornare proprio utili, in questa fase, considerando che sono fin dalle origini: onestà (di azione e pensiero), abolizione dei pregiudizi, apertura mentale, curiosità intellettuale, abbandono dei conflitti armati (se non come ultimissima risorsa).

Per sfidare i venti siderali e andare dove nessun uomo è mai giunto prima sono necessari un’astronave (partito) e un equipaggio composito (e rappresentativo) con compiti ben distribuiti (Uhura, Sulu, Chekov , Spock, James Tiberius Kirk, Il dr McCoy, Scotty, Data, eccetera). A bordo, infatti, è possibile svolgere molti esperimenti per acquisire conoscenze; nella nostra astronave, inoltre, dovrà esserci anche una Sala cartografia stellare di ultima generazione per una sempre migliore comprensione della navigazione.

È necessario, quindi, un processo di formazione delle decisioni politiche a cui partecipino più parti del sistema. Tale da ricevere la domanda di partecipazione che si presenta in modo più forte nei momenti di grandi trasformazioni economiche e sociali che tendono a mettere in crisi l’assetto costituito della società e minacciano di modificare i rapporti di potere. Nel paese, perciò, si dovrebbe sviluppasse una struttura organizzativa stabile e articolata, capace di affrontare un’azione politica continua che coinvolgesse il maggior numero possibile di persone e che toccasse ogni sfera della vita sociale, che ne raccogliesse le domande e le esigenze specifiche e le tramutasse in un programma generale.

Ben si adatta a tale occorrenza un partito a struttura di tipo piramidale: alla base le sezioni con il compito di inquadrare tutti gli iscritti appartenenti a un dato ambito territoriale (città, quartiere o paese), aventi la funzione di svolgere riunioni periodiche in cui si discutono i principali problemi politici (locali, nazionali e internazionali) e organizzativi del momento, ci si occupa dell’attività di propaganda e di eleggere gli organi direttivi interni oltre che i rappresentanti ai livelli superiori del partito. Le sezioni devono essere organizzate anche a livello provinciale e regionale, per formare gli organi intermedi del partito con funzioni prevalentemente di coordinamento. Infine, il vertice costituito dalla direzione centrale, eletta dai delegati inviati dalle sezioni al congresso nazionale (massimo organo deliberante del partito), il quale stabilisce la linea politica. Tutte le posizioni di responsabilità devono essere a carattere elettivo e le assemblee del partito dovrebbero scegliere i candidati alle elezioni.

Non possiamo restare a guardare questa nuova e pericolosa destra che tenta di gettare le fondamenta per un Paese più povero e ingiusto, che aiuta i furbi, penalizza le generazioni più giovani e future, mette a rischio alcune conquiste sociali e democratiche e offusca il ruolo europeo. L’attuale governo, infatti, sta già operando una compressione dei principi liberal-democratici: minacce alla stampa libera, sconfinamento delle competenze, solo per fare qualche esempio. Alla compressione dei principi si potrebbe accompagnare anche l’erosione delle coscienze. Ma persone, associazioni, gruppi stanno iniziando a mobilitarsi, facendo germogliare una rete che cresce dal basso. È nostro dovere saper interpretare tutte queste richieste per riconquistare una nuova dimensione attraverso un nuovo illuminismo. E poi chissà che le generazioni future non possano affermare quanto racconta il capitano Jean-Luc Picard in un episodio di The Next Generation: Negli ultimi trecento anni è cambiato moltissimo. Le persone non sono più ossessionate dall’accumulazione delle cose. Abbiamo eliminato la fame, l’indigenza, il bisogno di possedere. Siamo usciti dall’infanzia”.

To be continued…

Fosco Taccini

Pensatore innovativo e lettore onnivoro (a volte con sottofondo rock), scrive per riflettere in profondità e con creatività. Adora immergersi nella natura e nella politica per osservare e comprendere con attenzione ogni dettaglio. Social, grafica. Responsabile Cultura di Articolo Uno Umbria.