Tpl: Articolo Uno Roma, serve piano decennale e un miliardo all’anno

Roma

“Ieri purtroppo abbiamo avuto un’altra dimostrazione della confusione inconcludente che ha caratterizzato la giunta Raggi in questi quasi tre anni di governo”. Così il Coordinatore romano di Articolo Uno di Roma, Piero Latino. “Sappiamo benissimo che sono indispensabili nuove infrastrutture di trasporti, soprattutto sul ferro: metropolitane, tram e linee ferroviarie. E sappiamo che sono necessarie ingenti risorse nazionali. La sostanziosa lista della spesa che dovrebbe essere presentata al governo, però, corre il rischio di non dare risposte ai bisogni della città. Nella gravissima situazione di Roma è necessario invece un piano di intervento decennale che assicuri a Roma capitale un miliardo di euro all’anno per la realizzazione delle infrastrutture per la mobilità. La priorità va data ai prolungamenti delle metro A e B oltre il raccordo anulare, per rispondere ai cittadini delle periferie di Roma e dei pendolari dell’Area metropolitana. 

Dopo il raggiungimento della metro C a Colosseo occorrerà valutare con estrema attenzione gli aspetti progettuali e contrattuali dell’opera. Inoltre bisogna accelerare la realizzazione della linea D da Settebagni (per Piazzale della Radio) Vs Corviale – Magliana”.

“Da subito – sottolinea Latino -, Roma capitale e la Regione Lazio, insieme, devono tradurre le intese già siglate con Ferrovie dello Stato in atti concreti che assicurino nuovi e migliori servizi verso l’Area metropolitana e i centri maggiori della regione. Il prolungamento della linea B a Casal Monastero ha già un contratto in essere, che impegna per il completamento. Chiediamo chiarezza sulla questione: la Raggi vuole pagare le penali? Vuole rinviare per anni e anni l’inizio dei lavori ignorando i benefici che quest’opera apporterebbe alla vita quotidiana di tantissimi cittadini?” 

“Chiediamo che si affronti il contenzioso nel merito allo scopo di avviare i lavori di quest’opera così importante. Per noi una vera strategia di TPL non può prescindere dalla visione dell’Area metropolitana e oltre cercando di spostare dall’uso del mezzo privato a quello del trasporto pubblico la parte più ampia possibile di quegli ottocentomila pendolari, che sono soprattutto lavoratori e studenti, che ogni giorno vengono a Roma”, conclude Latino.