Modena: fase esaurita, ripartire dai programmi e non dalle candidature

Nei giorni passati i responsabili del Partito democratico cittadino e provinciale hanno ricandidato il sindaco Muzzarelli per un secondo mandato immaginandolo alla testa di una coalizione di centro-sinistra. Insomma, per loro, candidato e alleanze già definite con il solito schema: Pd al centro e la sinistra a fare da contorno.

Naturalmente il Pd può muovere qualsiasi proposta ma a noi pare del tutto sbagliato partire dalla fine, aggirando il confronto sui progetti per la città. Abbiamo avuto la sensazione, ancora una volta, che le lezioni impartite in questi anni al vecchio centrosinistra dai cittadini/elettori, non siano servite a nulla, al punto che si parte dalla fine dando tutto per acquisito.

Lo stesso sindaco sembra esserne consapevole e ha già provato a correggere il tiro circa la procedura per affrontare le elezioni del 2019: prima i programmi da confrontare, poi le alleanze e dopo gli interpreti.

Perché non ci siano dubbi di sorta o fraintendimenti “Articolo Uno-Mdp” della città ribadisce alcuni punti politici di merito e di metodo:
1) la fase politica inaugurata nel 2014, e gli esiti e impegni istituzionali di maggioranza del vecchio centrosinistra, sulla scia della coalizione nazionale di “Italia Bene Comune” si concluderà con la fine di questo mandato e la fase successiva, pur nelle tante variabili nazionali e locali, non vedrà in alcun modo una continuità automatica (tutto verrà azzerato);
2) il nostro movimento, impegnato a costruire “Liberi e Uguali” e a ricercare l’unità della sinistra di governo politica, civica e sociale, nazionalmente e localmente, partirà dalla costruzione di proposte programmatiche per il governo della città di Modena la cui compatibilità determinerà le scelte in termini di alleanze e del relativo perimetro (senza contiguità palesi o coperte con il centrodestra cosiddetto anti-populista od europeista; insomma, noi non faremo mai alleanze con il centrodestra);
3) la candidatura alla carica di sindaco, con o senza alleanze, sarà l’elemento finale di questo percorso e questa dovrà rispondere al criterio del o della “miglior interprete possibile”, senza ipoteche, senza automatismi.

Occorre applicarsi sui programmi anche perché ad oggi a una prima valutazione preliminare i problemi e le differenze con il Pd non mancano: dal CPR, alle infrastrutture (es. Bretella Modena-Campogalliano), alla gestione dei “beni comuni” (sosta/mobilità/ambiente, acqua), alla sanità sempre più privatizzata anche a Modena, alle esternalizzazioni in materia di scuola e alle diverse retribuzioni di chi vi lavora, alla partecipazione dei cittadini da accrescere.

Su molti temi per noi l’unica risposta è un cambiamento senza il quale non è possibile alcun fronte unitario, perché risulterebbe poco comprensibile e con poche possibilità di successo.

La linea di rottura con gli elettori della sinistra si è prodotta sui temi sociali e del lavoro, sull’assenza di politiche efficaci per il contrasto all’aumento delle disuguaglianze e da lì bisogna ripartire. Ognuno faccia la sua parte, ma bisogna riconoscere gli errori di questi anni (dagli applausi alla abolizione dell’IMU anche ai più ricchi, ai tagli dei trasferimenti statali per finanziare bonus e mance elettorali, all’umiliazione della autonomia degli enti locali svuotati di risorse, personale e anche di democrazia come per la Provincia), correggerli, e non pensare che ci siano strade segnate secondo una malintesa e disastrosa idea di frontismo indistinto, obbligato, nei confronti di questo governo.

Articolo Uno-Mdp
Città di Modena