Il cambio di passo che serve. Dal Circolo Rosa Luxemburg di Torino. #ricominciodatre

#ricominciodatre

dal circolo Articolo 1-MDP “Rosa Luxemburg”, Circoscrizione 5 di Torino

Il 4 marzo 2018 Liberi e Uguali ha perso le elezioni politiche. Liberi e Uguali ha perso non perché gli elettori non hanno capito il suo programma politico e nemmeno per il poco tempo a disposizione per organizzare la campagna elettorale. Liberi e Uguali ha perso perché gli elettori non si sentono più rappresentati da questa “sinistra”, scesa ormai nel campo liberale e liberista del compromesso delle larghe intese, e perché sono stanchi di votare sempre le stesse persone, le cui idee politiche sono il frutto del fallimento di chi ha governato in questi ultimi anni.

Liberi e Uguali ha perso le elezioni perché ha cercato il consenso solo nel campo politico del PD, provando ad erodere i voti di chi non si riconosceva più nel “renzismo”. Ha perso anche perché ha rappresentato il posizionamento di taluni individui solo per i propri scopi personali e opportunistici. Liberi e Uguali ha perso le elezioni perché alcuni suoi dirigenti esprimevano (nelle poche apparizioni pubbliche) solo la propria idea politica, stanca e senza prospettiva, piuttosto che quella progressista e condivisa da tutti i partecipanti al soggetto politico unitario; perché invece di portare avanti il ricambio generazionale della classe politica, così come hanno fatto il M5S e la Lega e così come avviene normalmente in tutti i paesi Europei, si è preferito tenere i giovani in “congelatore” e mettere in campo i “soliti vecchi”, ormai inascoltati e inascoltabili. Quest’ultima mancanza è stata quella che ha fatto infuriare di più i cittadini, che guardavano con fiducia alla novità a sinistra.

Gli elettori, già stremati dalla mancanza di lavoro e di reddito, dai problemi con la casa e con la microcriminalità e il degrado, alla fine hanno maturato, inevitabilmente, di non votare Liberi e Uguali nelle urne elettorali. Liberi e Uguali ha perso le elezioni perché gli elettori si aspettavano e “speravano” in un’innovazione nella composizione delle liste elettorali, poi umiliata nella scelta di politici che hanno votato la legge Fornero, il jobs act, le missioni militari o che si sono allontanati dall’aula durante alcune votazioni importanti, di fatto così non difendendo gli interessi di tutti i cittadini.

Gli elettori, nell’attesa di capire la logica politica di un nuovo ma “vecchio soggetto politico” come Liberi e Uguali, si sono “rifugiati” nei programmi irrealizzabili ma “seduttivi” del M5S e della Lega. Cosa fare?

Liberi e Uguali dovrebbe ripartire dai territori, dall’entusiasmo e disponibilità di giovani e militanti, dalla presenza continua nelle piazze e tra la gente, nelle discussioni dell’associazionismo e del volontariato e nei problemi comuni di ogni giorno. Liberi e Uguali dovrebbe cambiare subito la sua classe dirigente, la linea politica, la visione futura della società e la tipologia di leadership, tutto questo grazie anche al contributo della società civile. Liberi e Uguali ha la necessità di alimentare la propria proposta politica con persone nuove, capaci di formarsi come classe dirigente e disponibili a stare tra la gente per ascoltarla e sostenerla, al fine di individuare, successivamente a questo ascolto, le priorità della società a cui provare a dare risposte. Liberi e Uguali dovrebbe stare con gli ultimi, con i più bisognosi, con coloro che vedono calpestati i propri diritti, con gli emarginati, con le famiglie, con gli operai, con gli impiegati, con gli agricoltori, con le partite IVA, con i sottoproletari, con i negozianti, con i disabili, con i pensionati, con gli studenti e gli insegnanti, con i lavoratori precari, con i lavoratori in cassa integrazione, con gli imprenditori in difficoltà e con tutte quelle persone che vogliono essere rappresentate da un soggetto politico di sinistra.

Liberi e Uguali non ha bisogno di un “uomo solo al comando”, “vecchio” da contrapporre al PD, già appagato della propria carriera nelle istituzioni o nella politica, ma di un vero segretario/coordinatore giovane, capace e volenteroso che, aiutato e sostenuto da tutti i gruppi dirigenti nazionali e territoriali, si dedichi con passione nel difficile compito di tenere unite le diverse anime della sinistra. Questa figura dovrebbe essere non parlamentare, perché è solo fuori dalle dinamiche parlamentari e di governo che si potrebbe e dovrebbe fare crescere un progetto democratico e progressista come Liberi e Uguali. Liberi e Uguali in Europa invece avrebbe bisogno di politici competenti e di “carriera”, eletti per più mandati, che dedichino la propria disponibilità a difendere con forza e caparbietà gli interessi dell’Italia. Questo è il cambio di passo che si chiede a Liberi e Uguali e ai suoi Dirigenti nazionali.