Da Gorgonzola il capogruppo Mandelli: ecco perché lascio il Pd che ho fondato

Lombardia

Egregi

Segretario Regionale Alessandro Alfieri

Segretario Metropolitano Piero Bussolati

Segretario Zona Adda Martesana Alberto Fulgione

Segretario del Circolo di Gorgonzola Alessandro Bianchi

 

Il Partito democratico è nato nel 2007 come un grande progetto per l’unione delle diverse culture della sinistra e dei progressisti italiani, a partire dai DS e dalla Margherita. Un partito unico che potesse interpretare la difesa dei più deboli in un Paese ed in questo tempo di rapide trasformazioni. Il Pd ha suscitato alla sua nascita una forte speranza di cambiamento che, purtroppo, oggi ritengo, con rammarico, infranta. Perché il Pd è diventato un partito personale, nel quale non si discute più, dove non si ascolta più, che ha abbandonato la difesa di chi resta indietro. Ho lavorato alla costituzione di questo progetto prima ancora della sua fondazione. Vi ho poi aderito con entusiasmo, senza risparmiarmi, nelle diverse attività che ho svolto: dalla segreteria del circolo, al servizio alle Feste, alla attuale responsabilità di Capo Gruppo nel Consiglio Comunale di Gorgonzola. Ho quindi vissuto con grande sofferenza il suo mutamento e soprattutto l’abbandono di una costruttiva e rispettosa dialettica interna e le numerose scelte normative sbagliate o insufficienti. Su temi importanti quali il lavoro, la scuola, la Carta Costituzionale, la legge elettorale, il Pd ha adottato cosiddette riforme in contrasto con i valori fondanti e la storia del partito, senza l’ascolto dei corpi intermedi, che non vanno nella direzione della difesa dei lavoratori e del pluralismo. Ora persino sulla legittima difesa si è adottato un testo in contrasto con i principi della civiltà giuridica di cui il nostro Paese, fin dagli illuministi Milanesi, è stato portatore nel mondo.

Le idee ed i valori in cui credo sono rimasti sempre gli stessi. È il Pd ad essere diventato altro. Provano la mia coerenza gli atti delle cause che patrocino a difesa dei lavoratori dove continuo a scrivere che i rapporti di lavoro non sono monetizzabili ed il lavoro non prestato è irrimediabilmente perso. Anche i miei interventi a difesa della Costituzione fin dal referendum del 2006, che sono stati simili a quelli per il referendum del 4 dicembre 2016.  È, invece, il Pd ad avere cambiato linea politica su questi temi. Nella situazione attuale di crisi sociale ed economica, credo che occorra ancora di più ricostruire nel nostro Paese un centro sinistra ampio, plurale e inclusivo, che sia con chiarezza orientato alla attuazione dei principi costituzionali della eguaglianza e della equità e progressività fiscale, che con fermezza contesti lo stato delle cose di un mondo tanto segnato dal divario tra chi ha di meno e il potere delle rendite. Per fare questo occorrono concrete politiche di tutela del lavoro e della sua dignità, di pluralismo e pari opportunità nell’istruzione, di universalismo della sanità, di difesa dell’ambiente, di regolazione della globalizzazione e dei suoi effetti sull’economia.

Tutte politiche che il Pd ha scelto di non fare.

Per tutte queste ragioni il Pd non può più essere il mio partito: non rinnoverò la tessera per il 2017 e non potrò più mantenere la responsabilità di Capogruppo che i Consiglieri del Pd mi hanno chiesto, onorandomi, di assumere in questi anni. Scelgo la strada della ricostruzione di una grande forza unitaria del centro sinistra che ne rimetta assieme le diverse anime, che lotti contro le ingiustizie, che pronunci parole di verità per descrivere la complessità in cui viviamo, che valorizzi le differenze, che faccia meno annunci e adotti quale proprio metodo il dialogo ed il rispetto per l’interlocutore interno ed esterno.

Gorgonzola, 18 maggio 2017

Gabriele Mandelli