Carla Diddi: con coraggio e generosità, ricominciamo da noi. #ricominciodatre

#ricominciodatre

di Carla Diddi*

In queste ore, per noi complicate , incontro  compagne e compagni con la stessa forza di mobilitazione dei giorni di  campagna elettorale. Mobilitati, oggi, per trovare insieme il significato profondo della sinistra, quella da fare perchèé ora dissolta nei gorghi profondi del risultato elettorale e della crisi economico-sociale, la cui gravità investe la democrazia stessa. Questo il dato di maggiore preoccupazione: l’enorme concentrazione della ricchezza nel nostro tempo mette sempre più a rischio la vita delle persone e la stessa tenuta democratica del paese. Il risultato delle elezioni porta con sé ulteriori fattori d’incertezza per gli sbocchi politici. Questa la valutazione più sofferta: nonostante la consapevolezza del rischio, la proposta politica di Liberi e Uguali non è stata all’altezza dell’ emergenza sociale e democratica.

La politica estera, la questione dell’Europa, del fiscal compact e del debito pubblico, le conseguenze del capitalismo digitale, la questione di genere, i meccanismi di concentrazione della ricchezza sono rimasti nell’ombra, determinando l’assenza di una forte proposta di cambiamento. Un programma cauto nelle analisi di fondo e troppo sommesso nella proposta: l’elettorato ha percepito in Liberi e Uguali una variante debole del sistema.

Ora, quindi, da dove  ricominciare?

Nel dibattito in Liberi e Uguali  sono già presenti, a mio avviso, alcuni temi centrali da cui muovere:

  • la domanda esistente nel tessuto sociale, anche inconsapevole, di un mondo più giusto ed equo e solidale;  una richiesta pressante – ogni giorno più forte – cui la sinistra deve saper rispondere;
  • la necessaria radicalità dell’analisi, che deve esprimersi liberamente senza pre-mediazioni e posizionamenti strumentali, che davvero non possono più trovare una plausibile ragione di esercizio;
  • la consapevolezza che si è chiusa una fase storica e che i suoi protagonisti ne sono usciti di scena;
  • il nostro esserci, radicale e radicato nei valori dell’antifascismo e della Costituzione che abbiamo difeso ;
  • l’esigenza di uno spazio autenticamente democratico dove si possa, appunto, ricominciare. Uno spazio libero, aperto al confronto democratico ed alla partecipazione informata. Un nostro spazio da organizzare unitariamente con regole chiare e trasparenti, metodi condivisi da tutti gli attori e indipendentemente dalle appartenenze di ciascuno. Uno spazio, infine, di riflessione collettiva e di mobilitazione delle volontà e delle competenze, in collegamento ampio con la rete di  movimenti e soggetti sociali. Uno spazio- laboratorio politico, costituente della sinistra unita.

In questi giorni si avverte un rinnovato impegno di militanti di Liberi e Uguali, ispirato da  questo sentire composito. Un respiro intenso che rianima i giorni difficili del dopo 4 marzo. Da questa vitalità che interroga e già lavora, non scoraggiata, possono emergere analisi e proposte radicali di cambiamento, futuri percorsi di mobilitazione nei quali formare e riconoscere una classe dirigente.

Qui si esprime, infatti, la volontà di ricostituire un reale piano di raccordo con i deboli della società, individuando i soggetti sociali di riferimento, il possibile quadro degli interventi, le modalità di interazione ed effettiva rappresentanza. Qui si guarda al protagonismo di cambiamento delle donne, oggi condizionate – anche nella sinistra – da un ceto politico dirigista e maschile, che nella pratica della cooptazione  ha il proprio “solitario principio” di rapporto con le donne. Un percorso nuovo che chiede di abbandonare la strada della sinistra “calata” dall’alto, le forzature di omologazione e ogni dinamica di tutela di apparati e ceto politico autoreferenziale. Pratiche sempre  ripetute nel tempo, che hanno ogni volta contribuito alla progressiva dispersione della sinistra, fino ai risultati ultimi del 4 marzo.

L’avvio di questo laboratorio politico della sinistra implica generosità, coraggio ed umiltà.

Si tratta, infatti, di ricominciare da tutti noi che ci siamo, dal nostro cambiamento individuale e collettivo per un progetto costituente della sinistra.

Solo la qualità delle relazioni, coltivata nei valori e nel  lavoro comune, nel confronto democratico sul campo, può generare percorsi virtuosi fino alla costituzione di una sinistra organica, aperta e inclusiva, dalla parte dei più deboli. Una sinistra riconoscibile.    

*Esperta diritto tributario, formazione quadri , volontaria area immigrazione per percorsi di alfabetizzazione e apprendimento lingua italiana