Canada: Gino Bucchino torna in campo con Liberi e Uguali

Estero

“Sono già trascorsi alcuni anni dalla mia uscita dal PD. Ciononostante, proprio per continuare a credere, ho continuato a sperare che da questo PD arrivasse un segnale positivo, quel riconoscimento di dignità per tutti coloro che a suo tempo gli hanno dato fiducia; il segnale inequivocabile di recuperare il suo compito storico di dare vita a una compagine ampia, partecipata e plurale, rispettosa delle differenze e quindi democratica, che potesse attualizzare e di nuovo mettere a valore le tradizioni del centrosinistra. Purtroppo, anche alla luce degli avvenimenti più recenti vedo che la promessa non è stata mantenuta. La lontananza per stile e contenuti dal PD di oggi è incolmabile e non c’è più spazio per continuare a sperare”. A scrivere è Gino Bucchino, già deputato Pd eletto all’estero fino al 2013, anno in cui decise di non ricandidarsi, pur rimanendo figura di spicco tra gli italiani in Canada.
Molto critico con il Pd, Bucchino sostiene che “la Segreteria del partito ha anche ulteriormente ridotto quel minimo di attenzione che ancora restava alle istanze degli italiani all’estero, a conferma che non ha mai digerito il complicato cammino di maturità politica dei connazionali emigrati fino al riconoscimento della loro rappresentanza in Parlamento”.
“Il capitolo finale di questa storia – annota – è infatti il tentativo, pensato e riuscito, di riassumere la titolarità di questa rappresentanza, strumentalizzandola e consentendo, con forza di legge (la cosiddetta “norma Verdini”), le candidature sulla “circoscrizione estero” anche ai cittadini italiani residenti in Italia. Una manovra che toglie dignità ai nostri connazionali ottenuta, tra l’altro, con l’umiliazione dei parlamentari eletti all’estero, costretti dall’imposizione del voto di fiducia e che soprattutto sconvolge radicalmente l’ispirazione originale della legge”.
“Negli ultimi mesi – aggiunge Bucchino – si sono determinati incarichi e avvicendamenti interni senza una minima consultazione, anzi, contro il parere dei tanti che si sono impegnati in questi anni. Si è sostenuto che tutto andava e va bene al di là di ogni giustificabile azione di propaganda politica. È davvero difficile comprendere come alcune affermazioni possano essere fatte in un contesto in cui c’è una grande ripresa del fenomeno emigratorio, soprattutto giovanile. Ciò dimostra una scarsa sensibilità e volontà di comprendere ciò che accade o piuttosto di ignorarne le cause – ed effetti – perché mettono in discussione i presunti risultati raggiunti. Siamo di fronte ad una navigazione a vista senza capacità di ascolto e di adeguato approfondimento”.
Per questo, Bucchino si dice “convinto” che “sia davvero arrivato il momento di riprendere il cammino di una lunga, difficile e sofferta, ma allo stesso tempo meravigliosa storia di impegno: quella che abbiamo prodotto per tanti anni in particolare attraverso il nostro associazionismo, con le sue conquiste di rappresentanza, di domanda di diritti e di dignità”.
“Con altrettanta convinzione – annuncia – credo sia giunto il momento di guardare con fiducia e con la pur giusta autonomia, alla proposta del Presidente Grasso, condividendone intanto il coraggio di denunciare la vergogna della ennesima legge elettorale costruita ad hoc e del solito metodo usato per la sua approvazione. E per il richiamo fondamentale a quei valori costitutivi della nostra storia che giustificano un nostro rinnovato impegno. “Liberi e uguali” ha raccolto il richiamo di ampi settori popolari che non erano ormai da tempo più rappresentati. Questo mi pare che possa e debba valere anche per noi all’estero. Aderisco quindi fin d’ora alla proposta del Presidente Grasso”.
“Siamo chiamati per forza di cose ad una opzione. Spero – conclude – di poterla condividere con tutti coloro con i quali ho condiviso tanti anni di battaglie comuni”. (aise)