Puntualmente, ad ogni approssimarsi del 25 aprile il Veneto non può fare a meno delle esternazioni dell’assessore Donazzan, come sempre segnate da un revisionismo ignorante e strumentale. Solo che quest’anno le dichiarazioni della nostra arrivano buone ultime, dopo le dichiarazioni del sodale di partito, il presidente del Senato della Repubblica La Russa.
E quindi, poiché superare il fratello d’Italia La Russa è davvero cosa improba, la Donazzan riscrive addirittura la storia del nostro paese, addossando all’antifascismo la colpa del terrorismo rosso. Naturalmente, nella bolla della Donazzan non c’è spazio per il terrorismo nero, quello per intenderci delle tante stragi che hanno macchiato di sangue la storia della Repubblica, come piazza Fontana, piazza della Loggia a Brescia, la stazione di Bologna. Nonostante la goffa retromarcia dello stesso La Russa sul fatto che la parola antifascismo non sia scritta nella Costituzione, la nostra testardamente insiste, dimostrando la profonda mistificazione della sua personale ricostruzione della storia del paese.
Ancora una volta però fa scalpore il quieto e benevolo silenzio del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che sceglie di non commentare e, soprattutto, di non censurare il suo assessore, chiedendone le dimissioni. Poiché lo stesso Zaia ad ogni 25 aprile è prodigo di dichiarazioni sul valore della Resistenza e del 25 aprile, a questo punto facciamo al presidente della Regione questa semplice domanda: questo 25 aprile con chi starà, con le associazioni dei partigiani e dei resistenti, a partire dall’ANPI, oppure con La Russa e Donazzan?
Il segretario regionale
Articolo Uno Veneto Gabriele Scaramuzza |