Articolo Uno Umbria: da Giunta su emergenza incapacità e scelte sbagliate

Umbria

La Giunta Regionale si era illusa che il buon andamento estivo della situazione epidemica avrebbe tenuto indenne l’Umbria e che quindi si potesse fare a meno di procedere urgentemente e con decisione a potenziare il sistema sanitario pubblico regionale.

La realtà sta smentendo clamorosamente questa assurda idea: l’Umbria è tra le regioni con il più alto indice di contagio in rapporto alla popolazione e al primo posto per tasso di occupazione delle terapie intensive mentre il carico sulle strutture sanitarie sta rapidamente raggiungendo i livelli di guardia fissati dal Ministero della Salute.

Riteniamo che tutto questo fosse assolutamente prevedibile ed evitabile, ma cosa hanno fatto la Presidente, l’Assessore competente, il Direttore alla Sanità e il Commissario straordinario all’emergenza per potenziare le strutture sanitarie pubbliche in termini di dotazione di posti letto di Terapia Intensiva, capacità di testare, tracciare e trattare i positivi e i loro contatti, organizzare la medicina del territorio anche con il coinvolgimento dei medici di base e dei pediatri, incrementare il personale sanitario drammaticamente sottodimensionato da anni di tagli procedendo alle necessarie assunzioni a tempo indeterminato, come richiesto unitariamente da tempo e con forza dalle organizzazioni sindacali?

Anche le vicende quali la destinazione a “Covid Hospital” degli ospedali di Pantalla e, soprattutto, di Spoleto, che hanno suscitato le forti reazioni delle amministrazioni e delle comunità locali, il concorso per l’assunzione di oltre 300 infermieri impantanato per errori di impostazione e valutazione delle prove di selezione, la perdita di controllo e il fallimento del sistema di tracciamento dei contagi, sono le prove evidenti della inadeguatezza di questa Giunta regionale.

Questo è il quadro grave e desolante della sanità pubblica umbra delegata alla destra leghista importata dal Veneto che occupa tutte le posizioni del vertice decisionale e che sta perseguendo il proprio disegno per favorire la sanità privata: infatti, basta non far funzionare adeguatamente o addirittura bloccare il servizio sanitario pubblico, riducendo le prestazioni che questo può erogare, tenendo sottodimensionate le strutture e le attrezzature e soprattutto il personale.

Così facendo, non solo si spingono i cittadini verso la sanità privata, ma addirittura si incrementano le risorse finanziarie pubbliche a favore delle strutture private tramite nuove convenzioni e aumento dei budget loro assegnati: il pubblico finanzia il privato per effettuare prestazioni che avrebbe potuto erogare direttamente se solo si fosse messo in condizione di farlo. Una politica ancora più riprovevole in questa drammatica situazione di crisi sanitaria.

Articolo Uno dell’Umbria, insieme a tutte le formazioni politiche di opposizione in Consiglio regionale e alle organizzazioni sindacali, denuncia questa inaccettabile gestione della sanità pubblica per far sentire la voce unitaria delle forze progressiste che non si rassegnano ad assistere allo smantellamento del servizio sanitario pubblico e al completo fallimento della gestione dell’emergenza sanitaria, dato che le competenze e le responsabilità nell’organizzazione e nel funzionamento della sanità sono in capo alle Regioni.

Se l’Umbria è passata da una situazione sostanzialmente “Covid free” ad essere oggi in cima alle graduatorie nazionali per diffusione del virus e criticità nelle strutture sanitarie, lo si deve alla totale incapacità di questa Giunta Regionale e alle scelte sbagliate compiute. Il nostro primo obiettivo è quello di assicurare assistenza e sostegno ai cittadini dell’Umbria per superare questa lunga crisi sanitaria fornendo un servizio sanitario pubblico di qualità e garantendo al massimo sicurezza, prevenzione e cura. Per questo daremo il nostro contributo di idee e proposte continuando ad incalzare il governo regionale e richiamandolo alle proprie responsabilità, senza fare sconti.

Articolo Uno Umbria
La Segreteria Regionale