Articolo Uno Sicilia: a 52 anni dai fatti di Avola, il dovere del ricordo

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È giusto e necessario consegnare ai giovani la memoria di quei fatti e di quei braccianti siciliani – dichiara il segretario regionale di Articolo Uno Pippo Zappulla – che, a Chiusa di Carlo 52 anni fa alle porte di Avola, persero la vita perché stavano lottando per sacrosanti diritti, per combattere le gabbie salariali, perché allora un bracciante di Avola percepiva un salario diverso da quello di un bracciante di Lentini, territorio nella stessa provincia di Siracusa.

Ricordare per rendere onore a loro – dichiara Zappulla – e ad un’intera generazione di donne e uomini lavoratrici e lavoratori della terra, oggi anziani e pensionati, che in Italia hanno scritto la storia del movimento sindacale e delle conquiste dal dopoguerra ad oggi.

In quel giorno ad Avola si consumò una tragedia e un dramma per due lavoratori, Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona, che persero la vita, per altri 48 che furono feriti e per le loro famiglie e compagni

Penso proprio – dichiara Pippo Zappulla – che questa celebrazione possa e debba rafforzare la lotta al caporalato e allo sfruttamento selvaggio purtroppo ancora diffuso e presente in molte aree e zone del Paese.

Sfruttamento – conclude Zappulla – che, utilizzando anche i diversi colori della pelle e speculando sul bisogno, continua a comprimere i diritti fondamentali e la dignità dei lavoratori e del lavoro.