Articolo Uno Savona: serve un progetto di respiro, non l’ennesimo cartello elettorale

Savona

Questo documento vuole essere un contributo politico di discussione posto dai compagni savonesi all’attenzione dei vertici nazionali di Articolo Uno-Mdp.

In vari articoli di giornali leggiamo che la “base” di LeU sarebbe in rivolta verso i vertici per la voglia di continuare il progetto.

LeU è un progetto che alla nascita vedeva tre componenti maggioritarie: Sinistra Italiana, Mdp e Possibile. Una di queste formazioni (Possibile) appena conclusa la tornata elettorale ha abbandonato il progetto, per cui già pochi giorni dopo LeU ,come nato, era già mutato.

Nonostante questo si è provato in ogni modo ad andare avanti, noi di Articolo Uno – Mdp siamo stati tra i più generosi e attivi ma dobbiamo prendere atto che i problemi sono stati tanti e forse non superabili.

Decisive sono state le profonde differenze su punti sostanziali: l’idea che abbiamo di Europa, la collocazione nella famiglia politica e i rapporti con il Pd. Tutti nodi che dovevamo sciogliere nei mesi scorsi, in modo da aprire un processo fondativo serio e radicato su fondamenta condivise e una cultura politica comune. Non è andata così. Ma a questo punto immaginare di ripresentarsi senza cambiare rispetto al 4 marzo, togliendo LeU dalla naftalina per le europee, pensiamo che non sarebbe comprensibile per i nostri elettori e non lo sarebbe neppure per noi militanti.

Il prossimo appuntamento importante infatti sono le vicinissime elezioni europee, elezioni fondamentali non solo per la politica interna ma soprattutto per la sopravvivenza della stessa Ue.

La scelta europeista non può essere messa in discussione, nessuna ambiguità su moderni e tardi sovranismi, non abbiamo dubbi in merito; non esiste un sovranismo di sinistra. Certo, serve un’Europa radicalmente cambiata nei trattati e nelle modalità di decisione, e soprattutto nei processi fiscali economici e sociali, insomma va rilanciato un progetto europeo ex novo.

Noi sappiamo che la famiglia socialista in Europa ha commesso numerosi errori. Crediamo che serva una profonda riorganizzazione del socialismo europeo, ma non vogliamo dimenticare che Corbyn, come Sanchez e come Costa, ovvero le più progressiste esperienze di governo e opposizione in Europa sono forze interne al gruppo S&D.

Tornando alla situazione italiana occorre lavorare, senza più perdere un solo giorno, per creare quello che i militanti (come gli elettori) cercano, ovvero una sinistra autonoma dentro un campo progressista e democratico più ampio.

Bisogna creare quella forza che manca in Italia da sempre, ovvero una forza politica autenticamente laburista (rimettendo al centro i lavoratori), eco-socialista, in connessione con le migliori esperienze sopra richiamate.

Crediamo fondamentale, per non perdere i compagni che si sono riattivati grazie all’esperienza di LeU, creare un progetto di ampio respiro, non l’ennesimo cartello elettorale di finta unità: abbiamo già dato.

Una nuova generazione e nuove forze, sin qui esterne o marginali, devono iniziare a prendere in mano le redini di quel che c’è per costruire questo nuovo soggetto politico. Un nuovo percorso che veda alla guida nuovi dirigenti ma senza dimenticare il contributo di esperienza dei dirigenti del recente passato, un percorso con radici ben piantate nei valori fondanti del socialismo con rami che protendano verso nuove frontiere e nuove idee. Con meno di questo, i nazional-populisti rimarranno al loro posto per molto, molto tempo. E noi non possiamo permettercelo e, soprattutto, permetterlo.