Articolo Uno Roma: bene Gualtieri, alcune riflessioni sul voto

Roma

di Piero Latino, coordinatore di Articolo Uno Roma

La vittoria di Roberto Gualtieri alle elezioni suppletive del I collegio di Roma è netta e, pur considerando la bassa affluenza, offre alcuni spunti interessanti.

Innanzitutto sul piano della democrazia: il meccanismo delle suppletive, così com’è, non funziona e va riformato. Ieri si è votato a Roma, domenica scorsa a Napoli e la prossima a Perugia. Tra due mesi si voterà in sei regioni e 1000 comuni. E’ ragionevole che questo tipo di elezioni venga concentrato in una data unica e, possibilmente, accorpato alla scadenza amministrativa più vicina.

C’è poi da riflettere sul fatto che gli elettori siano informati del voto soltanto dall’attività di propaganda dei partiti e dei comitati elettorali in totale assenza di una attività di divulgazione “neutrale” ma attiva da parte delle Istituzioni pubbliche. Si può pensare di rilanciare il ruolo democratico delle Istituzioni almeno per questo cruciale aspetto?

L’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti completa un quadro preoccupante per lo svolgimento corretto e bilanciato del voto.

La seconda considerazione riguarda il metodo con il quale si è giunti alla scelta della candidatura: il deputato uscente era Paolo Gentiloni e dunque l’onere della proposta, almeno in prima battuta, spettava al PD.

Articolo Uno ha chiesto e ottenuto che la discussione avvenisse fin dall’inizio nel tavolo del centro-sinistra per superare spinte centrifughe e affermare il valore aggiunto di una coalizione unita.

E’ cosa ben diversa dal riunirsi in separata sede per poi comunicare agli altri la propria decisione allo scopo di ratificarla.

Questa modalità ha generato uno spirito di condivisione che si è manifestato nel corso di tutta la campagna elettorale ed è stato uno degli elementi più importanti per la vittoria di un candidato autorevole come Roberto Gualtieri.

Infine l’esito di questo voto, svolto in piena emergenza per il coronavirus, rafforza il governo e lo spinge ad accelerare le riforme.

Non c’è dubbio che il I collegio sia una roccaforte del centro-sinistra ma non c’è stato, in questa tornata, un sentimento contro il governo e la sua maggioranza né sul piano delle scelte economiche né in merito alla gestione dell’emergenza sanitaria. C’è stato, anzi, un diffuso apprezzamento e non è poco.

Ciò non significa che tutto vada per il meglio: in molti hanno espresso insofferenza per l’eccesso di litigiosità della maggioranza e, soprattutto, moltissimi chiedono di accelerare il lavoro sul piano economico e sociale. Prima che scoppiasse l’emergenza si erano avviati i tavoli di maggioranza, ora sospesi, per elaborare l’agenda di governo per il 2020.

Articolo Uno ha il dovere di contribuire a determinare questa agenda e può farlo chiamando alla discussione la propria struttura organizzata e le personalità e i mondi che abbiamo incrociato nelle iniziative e nei convegni di questi mesi.

Sono e resto convinto che il processo di reinsediamento della sinistra nel proprio mondo, che è, innanzitutto, quello del lavoro, sia indissolubilmente legato all’efficacia delle politiche che sapremo dispiegare dal governo operando in discontinuità ed in rottura con le precedenti esperienze anche di centro-sinistra.

Nel frattempo la riorganizzazione del campo democratico e delle forze che compongono l’attuale maggioranza procede empiricamente, senza l’auspicata e attesa solennità promossa dai gruppi dirigenti, affidata ai cittadini attraverso il voto. E’ bene comprenderlo ed organizzarsi: tempus fugit.