Articolo Uno Lombardia: per correre sui vaccini perse di vista le priorità

Lombardia
Dopo essere stata per diversi mesi in fondo alla classifica regionale per le vaccinazioni, da un paio di settimane la Lombardia ha recuperato posizioni ed è saldamente tra le prime cinque nel rapporto tra vaccinati e popolazione. Tutto bene allora? Certamente è una buona notizia, che Presidente Fontana e assessore Moratti non perdono occasione di sottolineare, appiccicandosi sul petto la medaglia dei primi in classifica, anche se questo non è esattamente vero. In ogni caso servirebbe maggiore sobrietà, viste le magre figure accumulate nel corso della pandemia che molti cittadini lombardi hanno pagato di persona. In ogni caso vorrei porre l’attenzione su di un problema, che sembra sfuggire anche ai più attenti tra mezzi di informazione. L’ansia di prestazione ha indotto la nostra Regione, non da sola per la verità, ad allentare l’attenzione sulle priorità delle persone da vaccinare. Per raggiungere il numero di vaccinazioni attuali si è permesso di vaccinare fino a tre persone per ogni soggetto estremamente vulnerabile, con semplice autocertificazione. Questo ha prodotto un’accelerazione delle prenotazioni e dei vaccinati anche se è presumibile pensare che molti hanno approfittato di questa opportunità per fare i ‘salta fila’, con il beneplacito e l’avvallo della Regione.
Sul dashboard (chissà perché non lo chiamano cruscotto) di Regione Lombardia, organizzato in modo propagandistico per evidenziare una presunta superiorità, non si trovano notizie su qual è il target degli estremamente fragili, su quante prime e seconde dosi sono state somministrate agli over 80, 70, 60, per poter valutare il reale andamento della protezione per le persone più a rischio. Non risulta esserci un’azione fondamentale di ricerca e di persuasione rivolta ai soggetti fragili non ancora vaccinati. D’altra parte, per come sono ridotti i dipartimenti di prevenzione e per come sono malamente valorizzati i medici di medicina generale, in Lombardia questa appare una prova titanica. I mmg, finora sono stati impegnati solo parzialmente, per le vaccinazioni domiciliari degli over 80 o nei centri vaccinali voluti dai sindaci. E’ per questo che penso sia un fatto gravissimo il continuo rinvio, da parte di Moratti e della Giunta, della riforma della legge 23 che ha fallito i suoi obiettivi, ma continua ad essere vigente. Rafforzare i servizi territoriali e riprendere velocemente le attività di prevenzione, diagnosi, prestazioni ambulatoriali, ordinarie e chirurgiche elettive, dovrebbero essere obiettivi presenti nell’agenda di chi governa il servizio sanitario regionale al pari della campagna vaccinale, invece i nostri amministratori regionali sembrano sempre e solo in perenne campagna elettorale.
Lo ha dichiarato Carlo Porcari, segretario di Articolo Uno Lombardia