Siamo ad un passaggio molto delicato della vicenda politica italiana sia sul versante economico e sociale che su quello politico ed istituzionale.
Saremo infatti chiamati a misurarci in breve tempo con i contenuti della nuova legge di bilancio, l’indirizzo che verrà dato alle risorse del PNRR lo stesso avvio del processo di riconversione ecologica sulla base degli indirizzi di fondo scaturiti nel vertice di Glasgow.
Non meno sulle scelte che verranno compiute per la Presidenza della Repubblica, le conseguenze che ne deriveranno sul governo del Paese la stessa nuova legge elettorale alla quale si dovrà pur trovare una risposta compiuta.
Se consideriamo che il tutto si svilupperà in presenza di una non risolta crisi del sistema politico italiano, nella capacità di rappresentanza dei partiti e quindi di un significativo indebolimento del ruolo del Parlamento, significa che sussistono tante buone ragioni per affermare che in una situazione così delicata e complessa anche noi avremmo bisogno di stare in campo, svolgere un ruolo attivo sui principi fondamentali del dettato costituzionale, incidere sulle scelte che verranno compiute sul versante degli investimenti, del lavoro e della sua sicurezza, del fisco, delle pensioni della difesa e della valorizzazione dei grandi sistemi pubblici, ponendo fine con avvedutezza ma anche con coraggio al rischio di un paralizzante immobilismo conseguente all’incertezza nella quale siamo non da oggi avvolti e per dare uno sbocco che abbia un significato profondo al Movimento che insieme abbiamo voluto costruire.
Ci troveremo dunque davanti a prove impegnative che ci condurranno alle prossime elezioni politiche, elezioni che decideranno molto del destino del nostro paese per i prossimi anni. Per la sua possibilità di rimanere e concorrere a guidare il processo europeo, per le scelte sociali che scaturiranno con i nuovi assetti a partire dai grandi temi che vanno dalla lotta agli accresciuti squilibri sociali, alla necessità di combattere la povertà e le discriminazioni, dall’offrire una prospettiva alle nuove generazioni ponendo fine a modelli sociali costruiti sulla precarizzazione e sull’effimero, all’accresciuta priorità con la quale siamo tutti chiamati a misurarci e cioè la salvezza del nostro Pianeta.
La stessa costruzione di una nuova coalizione progressista ipotizzata sull’annunciato asse PD-5Stelle dovrà misurarsi non soltanto sulla definizione di una proposta politica in grado di indicare un Modello Sociale a cui fare riferimento, ma sulle condizioni concrete che occorre costruire per sconfiggere il centrodestra.
Non vi è alcun dubbio che la significativa scelta dei 5Stelle di collocarsi nel campo del socialismo europeo può aiutare questo processo, ma crediamo non possa bastare per vincere la sfida che ci attende.
Ancor di più non può bastare per indurre cambiamenti significativi nel Paese.
Noi di Articolo Uno confermiamo anche nel nostro attivo regionale del Lazio di oggi che si rende necessaria una nuova offerta politica, nuove aggregazioni e soggetti rinnovati, e che tale coraggio debba riguardare tutti gli attuali soggetti in campo e non alcuni di essi.
Non sussistono infatti ragioni per venir meno al nostro impegno per la costruzione di una sinistra ancorata ai valori del “Socialismo”, ricostruita e riorganizzata su di un impianto ideale ed ideologico per l’oggi. Una sinistra che torna a fare del lavoro la non esclusiva ma fondamentale base di rappresentanza.
Così come non abbiamo ragioni per fare venire meno la nostra disponibilità per la costruzione insieme ad altre esperienze che provengano anche dall’ambientalismo, dal civismo e dal volontariato di una nuova soggettività.
Ma deve essere chiaro che Identità, Valori, Ideologia, Statuto, Progetto Politico, le stesse Forme in cui si organizza il nuovo soggetto Politico e quindi la partecipazione, la rappresentanza democratica, la distinzione tra elettori ed iscritti è nel Congresso Costitutivo che si definiscono e non già attraverso scorciatoie o frettolosi annunci.
Così come il nostro futuro non potrà definirsi in assenza di una prospettiva di legislatura e della legge con la quale si andrà al voto.
Con queste premesse può essere utile partecipare alle “Agorà” del Partito Democratico, ben sapendo che si tratta di contribuire a definire obiettivi, e priorità programmatiche, ma non certo impegno per future annessioni.
La rappresentazione che in qualche circostanza affiora circa il bivio a cui saremo di fronte e cioè il PD o la Sinistra Radicale è infatti una inutile ed azzardata semplificazione per due sostanziali ragioni: la prima perché è lo stesso PD ad auto definirsi come un partito di centrosinistra, la seconda perché la così detta Sinistra Radicale italiana non ci ha mai riguardato, né per cultura politica, né per obiettivi strategici, né per il massimalismo che esprime e né un cartello elettorale del tutto contingente può spingerci in quella direzione.
Noi siamo usciti dal Partito Democratico con l’intento di ricostruire e riorganizzare una sinistra “normale”, la sinistra della democrazia progressiva, dell’applicazione del dettato Costituzionale, della gradualità negli avanzamenti, dell’Alternativa e non dell’Alternanza, una sinistra che guarda all’Europa, all’integrazione governata, alla solidarietà tra le persone e tra i popoli, all’esercizio del potere non come l’unica ragione della sua esistenza.
Una sinistra che difende il ruolo del Partito come punto più alto di sintesi della democrazia rappresentativa e che anche in ragione di ciò vuole tornare al finanziamento pubblico dei partiti, salvaguardare la distinzione netta dei ruoli tra Presidente della Repubblica, Parlamento ed Esecutivo, restituire una speranza alle nuove generazioni combattendo la precarietà nel lavoro, nei diritti, nelle protezioni sociali.
Noi di Articolo Uno del Lazio usciamo dalla consultazione amministrativa non in maniera difforme da quanto si è verificato in tutte le aree urbane del Paese.
Tanti simboli e tante sigle, cartelli elettorali di varia natura, un solo elemento in comune: un pessimo risultato elettorale con qualche rara eccezione, naturalmente ben gradita.
La delusione del risultato, la mortificazione dei nostri compagni e compagne che hanno accettato di candidarsi in una situazione difficilissima, non possono compensare quel qualcosa in più che questa esperienza ci ha insegnato:
• la prima è che senza alle spalle una forza organizzata o comunque un movimento in grado di fare opinione almeno sul terreno delle lotte sociali, non c’è territorio che possa colmare questi vuoti. A meno che il consenso si costruisca su quel terreno puramente assistenziale non presente nei nostri orizzonti politici e culturali. Se poi a ciò si unisce il veto imposto all’utilizzo dell’unica sigla che avevamo a disposizione per l’oggi e cioè LEU, forse sono ancora più chiare le ragioni del risultato.
• La seconda che ci riguarda più direttamente, è che in questa fase di riassestamento del sistema politico italiano il rispetto degli impegni, la cultura unitaria, la generosità, il senso di responsabilità, il sacrificio anche personale non sono più sufficienti per realizzare cartelli elettorali improntati agli obiettivi programmatici di un territorio ed a eventuali successive convergenze unitarie.
Per il resto vale quanto contenuto nella relazione introduttiva ai nostri lavori.
Infine il nostro impegno in questa fase.
L’Attivo ritiene necessario che Articolo Uno del Lazio ponga, in maniera urgente, al centro della sua ripresa di attività, dopo la consultazione amministrativa, il riassetto della sua segreteria in rapporto anche ai disimpegni che sono intervenuti, già dai prossimi giorni, ed invitare tutti i provinciali alle stesse verifiche;
Una segreteria ben motivata ed in grado di misurarsi con la fase che abbiamo davanti a noi è una priorità che dobbiamo necessariamente assumere;
Ad essa deve seguire un campagna di tesseramento per il 2022 con la quale Articolo Uno è in grado di presentarsi agli appuntamenti che interverranno nelle condizioni di garantire vera rappresentanza ed una capacità operativa all’altezza dei compiti che ci attendono;
Lanciare in tempi celeri una “Conferenza Programmatica” al fine di diffondere con chiarezza la proposta politica di Articolo Uno;
Altro impegno che dobbiamo assumere è il nostro sostegno alle eventuali iniziative e lotte che la CGIL e con essa CISL e UIL intraprenderanno per spostare sul lavoro una quota parte significativa di risorse che la nuova legge di bilancio destinerà nei prossimi giorni;
Infine raccogliere la grande sfida che si apre sui grandi sistemi pubblici italiani;
Beni Comuni, Servizio Sanitario Nazionale, Sistema Scolastico, Sistema Assistenziale e Pensionistico costituiscono per noi veri e propri capisaldi di un Paese che non deve arretrare ma salvaguardare, consolidare ed estendere la loro insostituibile funzione alle generazioni che seguiranno.
Ne consegue che è nostro compito, ovunque si svilupperanno iniziative e mobilitazioni su questi temi, non soltanto promuovere una partecipazione attiva ma esserne noi stessi promotori utilizzando le stesse Agorà e quanto altro sarà possibile mettere in campo anche in occasione del dibattito parlamentare sulla legge di Bilancio e della destinazione delle risorse del PNRR.