Articolo Uno Genova: Arcelor Mittal non puà sottrarsi a impegni su ex Ilva

Genova

Dal 26 luglio 2012, quando ci fu il sequestro, ad oggi, la decrescita della produzione d’acciaio dell’ex ILVA ha mandato in fumo 23 miliardi di euro di Pil, l’1,35% cumulato della ricchezza nazionale. Il Nord industriale, cuore della meccanica e della componentistica auto, che di acciaio si nutrono, ha visto bruciare 7,3 miliardi di Pil.
ArcelorMittal non può assolutamente sottrarsi agli impegni assunti assieme al governo ed ai sindacati sul rilancio industriale dell’ex ILVA. L’incauta decisione della maggioranza di togliere lo scudo penale non deve essere un alibi per rimettere tutto in discussione. La più grande acciaieria del continente e i suoi altri siti produttivi tra cui il nostro di Genova devono continuare a produrre acciaio e occupazione.
Il Governo studi piuttosto una nuova formulazione giuridica per lo scudo penale che non si limiti al caso specifico ma possa avere una valenza erga omnes e contemporaneamente stabilisca delle scadenze precise per l’azienda entro le quali risanare il sito di Taranto e implementare tutte le tecnologie utili ad una produzione “pulita”, senza che i cittadini siano costretti a scegliere tra la salute ed il lavoro.
Sempre il Governo cominci a studiare la possibilità di entrare con quote di capitale pubblico negli assetti proprietari dell’ex ILVA per contribuirne al rilancio e dimostrare l’interesse nazionale che quella realtà produttiva rappresenta per il Paese.
A Genova l’azienda siderurgica ha subito una importante riconversione con il superamento degli impianti inquinanti. Si sono persi posti di lavoro e gli attuali lavoratori hanno conosciuto lunghi periodi di cig e lavori socialmente utili. La chiusura dell’Ilva sarebbe un colpo mortale per i lavoratori e per l’economia della città.

Esecutivo Provinciale Articolo1 Genova