Articolo Uno Campania: proposte per il sostegno ai cittadini nell’emergenza

Campania

Contesto e scopo degli strumenti:

In questo momento di crisi è indispensabile fornire aiuto alle famiglie con più difficoltà, assicurandosi che tutti abbiano la possibilità di accedere all’acquisto dei beni di prima necessità.

In Campania, come in altre realtà, il problema occupazionale e la sospensione di tutte le attività gravano sulle famiglie; questa, in particolare, è una regione dove il numero degli inoccupati, dei contratti brevi, di chi vive del “sommerso” ha un’incidenza altissima sulla popolazione.

Bisogna approntare urgentemente degli strumenti che diano sollievo alle fasce più svantaggiate della popolazione ed evitino che questa emergenza si trasformi in una grave crisi sociale. Per questo Articolo Uno Campania propone alla Regione di valutare la necessità di altri provvedimenti, ad integrazione di quelli messi in campo dal Governo, a vantaggio di chi ha una situazione economica più compromessa.

Abbiamo bisogno di:

  1. uno strumento per sostenere le necessità immediate delle famiglie in difficoltà;
  2. una misura di sostegno al reddito;
  3. utilizzare e rimodulare i fondi strutturali (FSE – ASSE II e FONDI ITIA);
  4. sostenere i servizi di mensa degli enti di associazionismo sociale;
  5. sospende e/o ridurre le imposte di competenza regionale;
  6. “Riparti Campania”: è necessario predisporre misure di supporto alle attività commerciali e produttive a emergenza finita.

 

LE PROPOSTE:

1- La “spesa sulla parola”

Ad integrazione della quota parte spettante ai Comuni campani dei 400 milioni previsti dall’ordinanza firmata dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli  per distribuire aiuti alimentari a chi ne ha bisogno, si chiede che la Regione preveda un ulteriore stanziamento di 100 milioni  da ripartire ai Comuni con i criteri già previsti nell’ordinanza della P.C.

Proponiamo di valutare anche la sperimentazione di una nuova procedura da concordare con i Comuni: si tratterebbe di una procedura semplice (eventualmente da sperimentare per un mese).

Il meccanismo che abbiamo previsto, puntando sulla responsabilità e la serietà dei cittadini, consente di dare risposte IMMEDIATE al disagio di tante famiglie.

L’aspetto essenziale per partire è legato alla necessità di realizzare nell’immediato da parte della Regione un accordo con le grandi catene commerciali e nei singoli Comuni con le associazioni dei commercianti per definire i negozi per alimentari disponibili.

È senza dubbio una procedura rischiosa che scarica sui cittadini la responsabilità di mantenere un comportamento rigoroso, è tuttavia un rischio da correre a fronte del tema «non possiamo mettere il piatto in tavola». In questo momento c’è un rischio più concreto che è quello della rivolta sociale che costerebbe molto di più della calcolata possibilità di dichiarazioni mendaci e di abusi. E, del resto, è la stessa richiesta di recarsi al Comune per presentare il modulo e la possibilità di recarsi una volta a settimana a fare la spesa che dovrebbero scoraggiare gli imbroglioni ed evitare affollamenti nei centri commerciali.

Questa procedura ha il pregio di essere veloce, poiché in meno di 10 giorni  la Spesa  sulla Parola potrebbe essere concretamente operativa; invece con i provvedimenti attivati ad oggi e quelli futuri, rischiamo che i sostegni arrivino in ritardo rispetto ad esigenze che invece sono immediate e pressanti. Si propone un mese di sperimentazione nell’attesa che si definiscano le procedure di erogazione dei provvedimenti governativi.

Documentazione necessaria e procedura:

1) modulo predisposto dalla Regione da scaricare o ritirare al Comune per rendere un’autocertificazione da parte del capofamiglia in cui si dichiarino reddito familiare, codice fiscale, il numero dei componenti del nucleo familiare, di non essere percettore di reddito di cittadinanza, pensione,  etc.;

2) copia del documento di riconoscimento e del codice fiscale;

3) presa d’atto da parte del Comune che autorizza subito la spesa nei negozi convenzionati una volta a settimana, per un importo variabile in relazione al numero dei componenti ed eventuali altre variabili da definire; la possibilità di essere sottoposti a verifiche e conseguenti sanzioni a termini di legge  nel caso di dichiarazione mendace. A fronte della dichiarazione l’Ente rilascia subito i voucher nominativi,  da esibire al negozio insieme al documento di riconoscimento. Il rapporto con il Comune, per evitare file e attese, potrà essere concordato prenotando l’appuntamento ad un numero che verrà indicato dal Comune stesso.

 

2- Sostegno al reddito

Si propone di valutare  l’istituzione di un “Reddito di emergenza” da elargire ad ogni nucleo familiare in base al numero di persone che lo compongono e al reddito prodotto: famiglie con più membri beneficeranno così di un importo maggiore.

Si tratta di una misura integrativa a quelle già predisposte dal Governo e a quella di cui al punto 1, di cui Articolo Uno Campania sollecita una rapida e celere attivazione, per supportare tutti quei lavoratori e quelle famiglie escluse per le più disparate ragioni dalle altre forme di sostegno.

Si tratta di un bonus a cui tutti i nuclei familiari possono accedere, facendo domanda dal giorno N. di aprile al giorno N. di aprile. Alla chiusura delle domande – in base a reddito e numero di richiedenti – sarà stilata una graduatoria e alle famiglie sarà assegnato il bonus fino ad esaurimento dei fondi disponibili.

Nel caso in cui l’emergenza continuasse può essere stanziato, con modalità e tempi da stabilirsi, un incremento del fondo con la possibilità di ripresentare domanda.

Il bonus può coprire anche altre spese essenziali come ad esempio: farmaci, alimenti per soggetti diabetici, celiaci, intolleranti, alimenti per l’infanzia (omogeneizzati, latte in polvere), pannolini, assorbenti, etc.

Per la partecipazione alle prestazioni si prendono a modello requisiti economici e patrimoniali superiori a quelle per le altre misure e per consentire il più diffuso utilizzo di questo strumento. Va prevista la possibilità di fare domanda presentando un’autocertificazione; le autocertificazioni saranno sottoposte ad adeguate verifiche, che comporteranno le opportune responsabilità penali, civili e amministrative in caso di dichiarazione mendace.

 

3- Rimodulare i fondi a disposizione della Regione

La Regione ha a disposizione la quota regionale del FSE – ASSE II, fondo europeo di inclusione sociale con obiettivo di diminuire il divario sociale nonché le relative quote del progetto I.T.I.A. (Intese Territoriali di Inclusione Attiva) – o delle linee di intervento equiparabili, per asse ed obiettivo, e conseguente regolamento di attuazione, spesa e rendicontazione del Fondo – con obiettivi di riduzione della povertà, dell’esclusione sociale e promozione dell’innovazione sociale e l’incremento dell’occupabilità e della partecipazione al mercato del lavoro delle persone maggiormente vulnerabili dei soggetti presi in carico dai servizi sociali.

L’importo a disposizione è di €.150.000.000,00 che per comunità di finalità può essere destinato in questa fase di emergenza alla erogazione di:

–        voucher per pagamento di servizi e utenze;

–        voucher per pagamento tributi locali ad oggi sospesi, di modo da evitare buchi in bilancio per servizi comunali come gestione rifiuti e strade;

–        reddito di quarantena integrativo per lavoratori autonomi, professionisti e tutti i titolari di partita IVA per un importo di euro 400,00 (che si cumula con quello nazionale) e per i disoccupati.

Per la costituzione delle platee, si possono mutuare i network delle istituzioni sopra menzionate, nonché prevedere forme innovative di diffusione attraverso circuiti informatici con l’aiuto e il supporto di patronati e CAF, al fine di tracciare le operazioni e l’identità dei soggetti che accedono alla prestazione.

 

4- Fondo speciale per mense e famiglie colpite dal Covid -19

Istituzione di un fondo speciale e vincolato per l’aiuto degli Enti in difficoltà che in queste ore stanno fronteggiando l’emergenza abitativa e nutritiva delle persone senza fissa dimora e per le famiglie colpite dal Covid-19.

 

5- Sospensione delle imposte regionali (es. IRAP) e riduzione delle aliquote ai minimi (es. aliquota addizionale regionale Irpef)

Bisogna ridurre la pressione fiscale dei tributi regionali su cittadini ed imprese in modo da permettere una più agile ripresa una volta usciti dall’emergenza.

La Regione Campania potrebbe da subito adottare il dimezzamento delle tasse automobilistiche di sua competenza; la sospensione dell’IRAP per piccole imprese e artigiani e abbassare tutte le aliquote di gettito regionale ai minimi ex lege previsti.

 

6- Pacchetto di misure “Riparti Campania”

Anche nella fase di uscita dall’emergenza, per l’economia campana composta da aziende familiari, da artigiani, attività commerciali, sarà difficile ripartire. È indispensabile pensare sin da oggi a quali misure prevedere a sostegno di tali attività e con quali fondi finanziare i necessari provvedimenti.

Un primo e facile provvedimento di diretta competenza regionale è l’esonero per tutto l’anno 2020 dei canoni di locazione degli immobili di cui la Regione è proprietaria e parimenti istituire un fondo per coprire il 50% dei canoni che gravano sui soggetti che sono conduttori di immobili di privati. Nonché per gli stabilimenti balneari l’esonero dal canone demaniale e delle relative addizionali regionali.

Un secondo intervento è la riduzione delle aliquote regionali per l’anno di imposta 2021.

Per gli operatori del turismo, in accordo tra Regione e i singoli enti locali di competenza, si può prevedere di destinare parte della tassa di soggiorno al rilancio delle stesse attività.