Piemonte: Borghi (Pd) e Fornaro, doppia preferenza scelta di civiltà

Politica

La nostra richiesta di attivazione da parte del Governo della procedura per introdurre anche nella legislazione elettorale del Piemonte la doppia preferenza di genere non c’entra proprio nulla con gli immaginari pozzi del centralismo romano descritti con grande fantasia dal capogruppo della Lega nel consiglio regionale piemontese, Alberto Preioni.

Se avesse letto il nostro ordine del giorno approvato martedì scorso alla Camera, invece, si sarebbe evitato impropri richiami all’onnipotenza statale e allo scavalcamento delle potestà legislative regionali.

Lo scrivono in una nota i parlamentari piemontesi Enrico Borghi (Pd) e Federico Fornaro (LeU).

Nel nostro ordine del giorno, proseguono Borghi e Fornaro, ci siamo limitati ad osservare come la regione Piemonte risulti essere ad oggi l’unica regione italiana a non aver adottato una propria legge elettorale e non abbia quindi recepito le disposizioni di principio sulla promozione delle pari opportunità tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive contenute nella legge 165 del 2004, poi modificata dalla legge 20 del 2016.

Abbiamo quindi chiesto al Governo di intervenire per tutte le regioni inadempienti mediante l’esercizio del potere sostitutivo statale, così come è avvenuto in questi giorni per la Regione Puglia. Il capogruppo piemontese della Lega ha eluso però l’interrogativo di fondo: è d’accordo ad introdurre la preferenza di genere? Noi sì perché è una scelta di civiltà non più rinviabile, concludono Borghi e Fornaro.