Migranti: Rossi, non vogliamo essere come gli aguzzini razzisti di Visegrad

Politica

«Non potevamo e non possiamo accogliere tutti, ma salvarli sì. Abbiamo invece detto no ai corridoi umanitari e sì ai muri in Europa orientale. Non ci è bastato. Abbiamo lasciato decidere tutto ai nuovi razzisti di Visegrád. Veri e propri aguzzini d’Europa. Così le coste libiche e il canale di Sicilia sono diventati nei mesi e negli anni cimiteri liquidi. Di queste migliaia e migliaia di morti non conosciamo né volto né nome. Ogni frammento di vita e ogni cadavere che emerge (perché non riusciremo mai a cancellare le tracce di questo genocidio) fa morire anche noi, che pure sembriamo vivi. Come quello del piccolo migrante che veniva dal Mali. Di questa tenera e pugnace esistenza noi abbiamo violentemente spento ogni speranza di vita. Ogni fame di futuro e di salvezza che era cucita addosso ai suoi abiti sotto forma di pagella scolastica. L’unica sua nobile e più alta identità per una patria universale e umana. Quella che noi gli abbiamo negato».

Lo scrive su Facebook Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.