Manovra: Bersani, sia espansiva, chiediamo margini per investimenti

Politica
Io sono per una manovra espansiva, come dice Conte: non puoi fare manovre procicliche in un momento di appannamento della ripresa. Quindi chi può allarghi i cordoni della borsa e si metta a investire: la Germania deve mettere in circolo un po’ di soldi. Poi tutti gli stati nella misura in cui possono – ci metto anche l’Italia, non è una gran misura col debito che abbiamo – debbono avere un allentamento, purché sia per gli investimenti. Quindi anche il tema di disinnescare l’aumento dell’Iva va affrontato in un altro modo. Intanto ci si abbasseranno i tassi di interesse sui titoli, ci sono margini. Qualche linea di risparmio viene fuori da sé. Un impulso anche minimo alla lotta all’evasione fiscale non sarà un gran problema. Qualche taglio alle detrazioni senza toccare la sostanza della condizione del lavoro e della famiglia. Vedere come finanziare una riduzione delle tasse sul lavoro. Ma ormai lo dicono tutti: questa storia del contante! Bisogna cominciare a dare qualche segnale sul lato della fedeltà fiscale, anche magari incentivando l’uso della carta di credito perché non c’è solo il bastone, ci può essere anche la carota.
Gentiloni ha una storia alle spalle, una sua autorevolezza, in una situazione dove abbiamo avuto 30 ma non 31. Non è colpa di Gentiloni se l’Italia è guardata con un minimo di attenzione in più: abbiamo il debito più alto d’Europa. Punto. Penso sia già una buona cosa aver ottenuto il portafoglio degli affari economici, dopodiché c’è stata una scelta di verticalizzare alcune decisioni: va bene, ogni giorno ha la sua pena.
Calo della disoccupazione ma il Pil scende: perché? Se aumentano le ore lavorate e diminuiscono la produzione industriale e il Pil in generale, questo va catalogato come un deficit di efficienza del sistema, cioè di produttività. Il che potrebbe segnalare che c’è uno slittamento della nostra economia verso funzioni non di punta rispetto all’evoluzione tecnologica. Guarderemo meglio questi dati ma sono convinto che abbiamo troppo pochi investimenti, non abbiamo un ciclo di investimenti pubblici (che devono fare da driver) e privati (che possono essere incoraggiati) vero e solido sull’innovazione. Adesso discuteremo con l’Unione europea, mi piacerebbe molto che si andasse là a contrattare una flessibilità orientata su un programma di investimenti che animino il mercato interno dando un’occupazione più significativa – e qui abbiamo tutto il tema del territorio, c’è tutto da fare, lavoro vero da attivare – e poi c’è l’innovazione, cioè spingere con politiche industriali i nostri investimenti produttivi.