Governo: Rossi, da Lega e M5S prove di democrazia illiberale contro parlamento

Politica

«Prove di democrazia illiberale da M5stelle e Lega contro la libertà del parlamento. L’Articolo 67 della Costituzione della Repubblica italiana recita: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Questa è un principio chiave della democrazia, che garantisce ai parlamentari la libertà di espressione e che proprio in questi giorni è stato usato da chi nel gruppo del M5stelle non ha condiviso lo scempio del condono edilizio. Gli attacchi che sono seguiti contro chi non ha eseguito gli ordini di partito, le minacce di ritorsione anche economica da parte dei capi grillini contro i dissidenti sono un fatto gravissimo. Il “Contratto per il governo” del Movimento 5 Stelle e Lega dice che occorre introdurre il vincolo di mandato, cambiando l’articolo 67 della Costituzione. Parlamento e democrazia rappresentativa non sono per i nostri governanti nazionalpopulisti la massima garanzia per la vita democratica del Paese. Essi preferiscono la democrazia diretta (soprattutto se organizzata sulla piattaforma di Casaleggio), vogliono parlamentari supinamente asserviti agli ordini del “capo politico”, aggrediscono e minacciano di espulsione chi si permette anche solo di dubitare. Giorgetti, la mente e il vero capo della Lega, non ha nascosto il suo pensiero dicendo che “il Parlamento non conta più nulla, è luogo dell’inconcludenza politica”, e che per questo “dobbiamo cambiare” a favore dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Il populismo di Lega e M5stelle anche sul tema fondamentale della democrazia tende ad unirsi preferendo la democrazia diretta, plebiscitaria e presidenziale a scapito della democrazia rappresentativa parlamentare e della libertà di espressione dei deputati. Con la mobilitazione e la lotta dobbiamo far capire a tutti che oltre la democrazia rappresentativa indiretta c’è solo il dispotismo e che una democrazia liberale non si può ridurre ad un contratto tra capi partito desiderosi di andare al potere».

Lo ha scritto su Facebook Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.