Giustizia: Conte, su Dap Bonafede esercitò suo diritto

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L’equilibrio della democrazia passa per la separazione dei poteri e per il diritto della politica di fare le sue scelte, ed eventualmente anche di cambiare idea. Sul caso Di Matteo il ministro Bonafede esercitò liberamente le sue prerogative. Se poi c’è qualcosa in più, ingerenze o pressioni opache, si ha il dovere di chiarirlo nelle sedi istituzionali opportune.

Lo ha affermato in Aula a Montecitorio, nel corso del dibattito sull’informativa del Guardasigilli, il deputato di Liberi e Uguali, Federico Conte, componente commissione Giustizia.

Il tema della lotta alla mafia, prosegue il parlamentare di LeU, deve salire di livello, soprattutto di fronte a una criminalità organizzata che da tempo è entrata nei circuiti della finanza: fattura 135 miliardi di euro l’anno e rappresenta il 7% del Pil italiano. Il rischio concreto è che si approfitti della crisi economica e delle misure economiche che si stanno varando per rilanciare il Paese per inquinare ulteriormente il nostro tessuto socio-economico. Per questo vanno subito rafforzati gli strumenti esistenti e impegnate nuove risorse umane e strumentali. Fronteggiare le mafie sul piano finanziario diventi impegno straordinario e obiettivo strategico.