Fase 3: Fornaro, la ripartenza non può iniziare dalla libertà di licenziamento

Politica

Per garantire la coesione sociale e garantire un minimo di protezione dei soggetti tra più esposti ai venti della crisi, il divieto di licenziamento deve rimanere fino al 31 dicembre 2020. La ripartenza del nostro paese, infatti, non può avere come primo atto il ritorno alla libertà di licenziamento come se nulla fosse successo.

Lo afferma il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro.

A pagare il conto della crisi non possono essere i soggetti più deboli sia essi dipendenti o precari a partita iva, mentre assistiamo all’indecoroso spettacolo di cassa integrazione richiesta da aziende che non hanno avuto perdite di fatturato per effetto del Covid 19, prosegue Fornaro.

Comportamenti truffaldini su cui stiamo ancora aspettando una parola di censura da parte di coloro che sono sempre in prima linea a criticare le misure da loro definite assistenzialiste. Il Governo ha scelto fin dall’inizio della crisi ha scelto di difendere i soggetti più fragili e deve continuare a farlo senza ascoltare le sirene dei cantori del libero mercato, con i soldi dello stato, conclude Fornaro.