Coronavirus: Conte, interventi mirati per la filiera del latte di bufala

Italia

L’emergenza coronavirus sta determinando gravi problemi nella filiera della produzione di latte di bufala. Il fermo totale di tutte le attività di ristorazione, mense, alberghi e turistiche in genere, al quale va aggiunta la riduzione dell’80% delle esportazioni, ha avuto come effetto immediato un surplus enorme di prodotto. Occorrono in una fase così difficile, fin dal prossimo decreto liquidità interventi di sostegno, non lineari ma mirati e specifici, che difendano l’importanza di questa importante filiera, che solo nel 2018 è valsa un fatturato di 700 milioni di euro, con esportazioni che raggiungono il 35% dell’intero valore, generando un giro d’affari di 1 miliardo e 200 milioni, con un indotto lavorativo di 11.200 addetti.

Lo dichiara Federico Conte, deputato campano di Liberi e Uguali.

Con l’emergenza – continua Conte – gli allevatori sono costretti a congelare presso terzi il latte in eccesso, affrontando costi aggiuntivi, destinati ad aumentare col protrarsi della crisi. La minor quantità di latte ritirato verrà pagato, fin quando dura la crisi, al prezzo invernale, inferiore a quello estivo di circa 0,30 € al litro. Una differenza destinata a coprire i maggiori costi che gli allevamenti devono affrontare da marzo ad agosto, e che saranno ora aggravati dai minori ricavi. Gli allevamenti zootecnici non possono sospendere la propria attività, le bufale devono essere necessariamente munte tutti i giorni, e per preservare le qualità organolettiche del loro latte vanno nutrite bene e tenute costantemente sotto osservazione per evitare infezioni. Sospendere gli allevamenti vorrebbe dire cessare definitivamente l’attività stessa, con un danno incalcolabile a tutta la filiera agro-alimentare. Una eccellenza, uno straordinario volano di occupazione e sviluppo della Campania di cui andare orgogliosi e che va tutelata, conclude Conte.