Che fare/3. L’importante è mantenere unita l’alleanza Pd-M5S-LeU

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Per cultura penso che quando è necessario dobbiamo stare al governo anche con Badoglio. Tuttavia oggi non siamo nella situazione del Governo Badoglio. Non c’è una lotta di Liberazione che spinge il popolo verso la democrazia e la fine del fascismo. E non siamo neppure nella situazione in cui eravamo all’arrivo di Monti. Allora c’era un Paese sull’orlo della bancarotta, che altri avevano portato a quel punto, e abbiamo dovuto farci carico di quella situazione così complicata con grande senso di responsabilità verso il Paese; un senso di responsabilità che pure abbiamo pagato molto caro.

Oggi la situazione è completamente diversa. Non c’è un Paese allo sbando. C’è un Paese che ha affrontato la crisi sanitaria più importante che lo abbia colpito con determinazione ed efficienza. C’è un Paese che sta lavorando con grande impegno per aiutare concretamente i soggetti più deboli, i più fragili, attraverso misure coraggiose come il blocco dei licenziamenti, la cassa integrazione straordinaria, i ristori alle piccole e piccolissime imprese che rischiano il fallimento soprattutto in alcuni settori forzatamente bloccati come il commercio, il turismo, la cultura, lo spettacolo.

E c’era un Governo che ha guidato questa fase con grande generosità. E che, proprio per questo motivo, godeva di un grande consenso nell’opinione pubblica. Questo Governo è caduto a seguito di una manovra di palazzo. Una manovra politica di cui Matteo Renzi è solo il terminale ultimo, ma che è da mesi orchestrata dai poteri forti di questo Paese: la grande industria e i suoi organi di stampa. Questa manovra era tesa ad estrometterci dal Governo. Estromettere questa maggioranza che ha sostenuto il Governo Conte II composta da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali.

La manovra è riuscita, così noi oggi siamo dentro una sconfitta e con questa consapevolezza dobbiamo ragionare. Prima di tutto cercando di capire se possiamo limitare il danno subito. Sono infatti riusciti ad estrometterci dal Governo, ma non possono limitare la nostra forza parlamentare. Quello che occorre oggi capire è se la maggioranza uscente riesce a trasformarsi in una vera e propria alleanza strategica per il futuro del Paese. Cioè se riusciamo a fare, oggi, di fronte ad una sconfitta subita, ciò che avremmo dovuto fare fin dal momento della nascita del secondo Governo Conte.

Se riusciamo a fare questo, riusciremo anche a trarre forza da questa nuova situazione. Se riusciamo a tenere insieme le tre forze parlamentari (PD, LeU, 5S), qualsiasi Governo nascerà dovrà tenere conto dei numeri che abbiamo in Parlamento e che sono – ricordiamolo – maggioranza assoluta alla Camera dei Deputati e maggioranza, seppure relativa, anche al Senato. Se riusciamo a tenere insieme queste forze, possiamo presentarci a Draghi per dirgli che le principali linee programmatiche del Conte II non possono essere abbandonate, pena l’assenza della maggioranza parlamentare.

In altre parole: se riusciamo a far sì che gli investimenti nella sanità pubblica, la centralità del lavoro, una riforma fiscale progressiva e una nuova legge elettorale proporzionale, facciano parte del programma del Governo che Draghi si accinge a varare, non sarà più molto importante neppure quali sono le forze politiche che daranno il loro voto di fiducia e i motivi per cui lo faranno. L’importante sarà il programma da realizzare e ovviamente la credibilità di coloro che dovranno realizzarlo, perché le politiche camminano sempre sulle gambe delle persone.

Viceversa, se non riusciremo a tenere insieme questa alleanza, e ognuno dei tre soggetti muoverà per proprio conto, allora avremo perso su tutto il fronte. Sarà quindi perfino secondario come ci porremo di fronte al nuovo Governo. Con senso di responsabilità appoggeremo i provvedimenti che condividiamo e contrasteremo quelli che non ci sembreranno giusti. Ma la partita politica per la Sinistra sarà nuovamente persa e per molto tempo a venire. Sono queste ore che segneranno la nostra capacità di fronteggiare con efficacia l’attacco subito. Lavoriamoci con determinazione.

 

Simone Bartoli

Segretario regionale di Articolo Uno Toscana