In Emilia vince Bonaccini, vince il Pd, vincono le Sardine, vince il centrosinistra unito. Siamo tutti contenti. Bisogna, però, riconoscere che la vittoria è stata agevolata da diversi fattori:
1) La Borgonzoni, candidata presidente del centrodestra, era debole, una che non ha votato nemmeno suo padre (ipse dixit) .
2) Salvini ha personalizzato eccessivamente la campagna elettorale, giocandosi tutto, trasformando le regionali in Emilia in un referendum sul governo, ripetendo così l’errore che fece Renzi col referendum costituzionale, spingendo troppo sul pedale del populismo, facendo scattare la reazione di quelli che, pur non entusiasti di votare Pd e centro-sinistra, si sono sentiti in dovere di darsi da fare per antica cultura e radici valoriali.
3) Bonaccini, lo dicono i dati, ha amministrato bene in questi cinque anni; era quindi difficile attaccarlo sul piano amministrativo.
Fermato l’all in di Salvini, sarebbe un errore per Zingaretti e il Pd pensare che la strada sia in discesa. Bisogna stare in guardia e restare umili, lavorare a proposte inclusive e condivise, ricercare l’unità, già a partire dalle prossime competizioni in Puglia e Toscana. Non bisogna cadere negli errori del passato e, cosa ancor più importante, sarebbe fatale far finta che non ci siano dei nodi irrisolti.
La Lega è al 32% in Emilia, secondo partito, c’è ancora molto lavoro da fare. Bisogna ricostruire un modo di far politica che si opponga al leaderismo e al populismo, che abbia le mani e il cuore nel reale e non nelle ambizioni leaderistiche condite da slogan e strategie comunicative. Serve ricostruire un tessuto politico che sia fatto di persone vive e dei loro bisogni, di luoghi di incontro e discussione, di democrazia vera e non apparente o segretariale (quella in cui il segretario di partito poi alla fine decide tutto, dalle politiche a chi siede in parlamento). Serve difendere la democrazia rappresentativa e la funzione di chi siede in Parlamento. Serve difendere il Parlamento.
Le Sardine, che hanno avuto il merito di portare le persone nelle piazze e movimentare, sono più la rappresentazione di una esigenza, il sintomo di un bisogno, che una cura; la cura deve venire da un partito che sia in grado di dare risposta a questa esigenza di politica, partecipazione e democrazia, a questo bisogno inevaso di politica con la P maiuscola. Posso sbagliarmi, ma credo che la loro funzione sia se non esclusivamente prettamente locale, e che il modello Sardine poco si presti ad attecchire in altri territori nelle stesse modalità e con gli stessi numeri; ma, anche se mi sbagliassi, è chiaro che è la politica, quella che si fa con i partiti o con i soggetti organizzati e strutturati comunque li vogliate chiamare, che deve trovare il modo di coinvolgere le Sardine e non l’opposto.
Resta, dopo questo voto, il vero nodo irrisolto del cosa vogliamo fare da grandi. Il PD di Zingaretti, i compagni di Articolo Uno (a dire il vero gli unici che sembrano avere le idee chiare in proposito), le forze ambientaliste (Europa verde), i Socialisti, vogliono dar vita a un soggetto nuovo di sinistra? A una forza socialista, riformista, con una idea di società chiara, che si batta perché questa visione si affermi in Europa? Non penso certo di rifare il Partito Comunista. Penso a un soggetto politico nuovo, figlio dei tempi, inclusivo, col cuore che batte a sinistra, una parola che negli ultimi trent’anni nelle politiche abbiamo di fatto spesso dimenticato. Oppure vogliamo accontentarci di un falso bipolarismo con la emarginazione degli estremi e due blocchi che sostanzialmente si differenziano poco nelle politiche e nella visione di società, che si passano il testimone per andare al governo? E’ il tempo del coraggio ed è il tempo di sciogliere i nodi e alzare le vele.
Un’ultima considerazione la riservo per la Calabria dimenticata. Per tutta la campagna elettorale sembrava che esistesse e fosse importante solo L’Emilia Romagna. In Calabria, a differenza che in Emilia, non è scattata la mobilitazione, hanno votato le stesse persone del 2014. In Calabria, a differenza che in Emilia, il centrosinistra si è diviso. Ai compagni calabresi che resistono va il mio pensiero e il mio abbraccio. Non vanno lasciati soli, non vanno abbandonati. La costruzione di un nuovo e vero soggetto di sinistra passa anche di lì.