Viva la mamma, basta che non lavori

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Pochi giorni fa si è celebrata la festa della mamma, e tutti si sono spesi in calorosi auguri verso questa figura.

La mamma è effettivamente un pilastro fondamentale della nostra società e soprattutto della nostra vita.

Presi dall’entusiasmo della ricorrenza, a molti sfugge che la mamma, che tanto festeggiamo, sia fondamentalmente una donna, e che in Italia una donna, per diventare madre, in molti casi, deve rinunciare al lavoro, o almeno a un avanzamento di carriera.

In concomitanza alla festa della mamma, è stata resa nota un’intervista ad Elisabetta Franchi, nella quale la stilista ci informava di assumere solo “Donne Anta” che avessero già avuto figli, o fossero già sposate o divorziate, in modo tale che non avessero distrazioni dal lavoro, e non si assentassero per eventuali gravidanze.

Indipendentemente dalla bassezza delle parole della stilista, rese ancora più dure dal fatto che a pronunciarle fosse una donna, che quindi dovrebbe conoscere i grandi sacrifici e le grandi difficoltà che una donna deve affrontare per conciliare l’essere madre con l’essere lavoratrice. La Franchi non fa altro che fotografare la realtà dell’imprenditoria italiana, fatta da piccoli imprenditori che scelgono i dipendenti in base al loro apparato riproduttore e non in base alle loro competenze.

Certo un lavoratore maschio non si assenterà per maternità, ma non è detto che abbia le stesse competenze di uno suo pari donna, che potrebbe, in una visione a lungo raggio, portare molti più benefici all’azienda e rendere maggiormente, soprattutto se messa nella condizione di non dover scegliere tra l’essere madre e il lavorare nel campo in cui si è specializzata.

Ma l’Italia è uno Stato che ha la capacità di avere una visione a lungo raggio? La stessa Italia che taglia continuamente i fondi per l’istruzione, e la ricerca e che non paga adeguatamente la classe docente? La stessa Italia che invece di complimentarsi con Samantha Cristoforetti per essere la prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea, le recrimina di lasciare i figli al padre, e non ad un estraneo, durante la nuova missione?

L’Italia è esattamente quella rappresentata da Elisabetta Franchi, che non ha nemmeno il pudore di nascondere il suo pensiero retrogrado, lo stesso pensiero che porta l’imprenditoria italiana a non essere per niente competitiva al livello europeo, e ad incolpare continuamente qualcun altro del proprio fallimento.

Alla prossima festa della mamma, o qualsiasi celebrazione delle donne, proviamo a ricordare che l’Italia per le donne non fa assolutamente niente, se non mettere continui ostacoli per farle cadere.

Luna Pisa

Nata a Napoli il 22 giugno 1988. Docente di Scienze. Laureata in biologia presso la Federico II di Napoli, abilitata alla professione e iscritta all'albo dei biologi. Militante e membro del coordinamento provinciale di Articolo Uno. Membro della direzione nazionale di Articolo Uno.