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Unità e Autonomia: una prospettiva politica per Articolo Uno

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Autonomia e Unità. Sono sempre più convinto che le due gambe su cui deve camminare il progetto di Articolo Uno siano quelle dell’Autonomia e dell’Unità.

La vocazione unitaria è insita dentro noi stessi fin dal momento della nostra nascita. Siano infatti convinti che il Paese abbia bisogno di una grande forza politica che rappresenti nelle istituzioni le istanze delle fasce sociali più deboli. Abbiamo la consapevolezza che ancora oggi sia proprio il lavoro ciò che rende libero l’individuo, che gli conferisce dignità sociale, attraverso un processo di affrancamento e di emancipazione. La scelta di dare vita ad Articolo Uno derivava proprio dalla consapevolezza che nella società del III millennio mancava, nel panorama politico italiano, una forza in grado di riproporre con forza il tema del lavoro nel dibattito pubblico. Non abbiamo mai pensato di poter svolgere da soli questo compito gigantesco. Ed infatti fin da subito abbiamo cercato convergenze con altri soggetti. In altre parole, la nostra tensione unitaria non è mai venuta meno e mai deve abbandonarci, pena la reclusione in uno spazio ridotto adatto più a rispondere ad un bisogno autoreferenziale che alle esigenze della società.

Numerosi sono i momenti, in questa nostra breve vita, in cui abbiamo dato ampia dimostrazione della vocazione unitaria che ci caratterizza. Come dimenticare le generosa attesa della nascita di un movimento legato all’esperienza milanese di Giuliano Pisapia, o il confronto continuo fino all’appuntamento nazionale al Teatro Brancaccio di Roma con quel pulviscolo di realtà e movimenti che caratterizzano la sinistra più radicale. Oppure, la scelta di partecipare alle elezioni europee dello scorso anno facendo parte di una lista unitaria non troppo generosa verso di noi quanto viceversa. Ripercorro queste vicende, spesso non esaltanti, proprio per ricordare, anzitutto a me stesso, quanto lo spirito unitario abbia caratterizzato questa nostra esperienza. Fino alla scelta di dare vita a questo secondo Governo Conte in una alleanza tra diversi, ma che ha visto Articolo Uno tra i soggetti più determinati per scongiurare esiti diversi di una crisi apertasi improvvisamente nell’agosto scorso e che avrebbe potuto far precipitare il Paese verso esiti disastrosi.

E tuttavia la nostra breve e generosa esperienza non riesce ancora ad essere incisiva come vorremmo nel panorama politico del Paese. Occorre allora appoggiare con decisione il nostro cammino anche sulla gamba dell’Autonomia. Impiegare energia nella costruzione di noi stessi non fa venir meno la tensione unitaria di cui siamo portatori, ma può donarle al contrario nuova linfa vitale. Una organizzazione autonoma e soprattutto la capacità di autonoma elaborazione politica e programmatica serve a costringere gli altri soggetti – alleati ed avversari – a confrontarsi sui temi che poniamo. La centralità del lavoro appunto, con i cambiamenti che ne hanno caratterizzato l’evoluzione nella fase della globalizzazione e della parcellizzazione. Ma anche l’importanza della questione ambientale, con i cambiamenti climatici che non solo rischiano di distruggere il nostro ecosistema, ma che sono anche innegabili fonti di nuove diseguaglianze. Eppure sono i temi cari alle nuove generazioni, quelle a cui dobbiamo dare voce se vogliamo che la società si trasformi positivamente.

La Fase 2 del nostro progetto dovrà essere quindi quella di una rinnovata capacita propositiva: un nuovo intervento dello Stato in economia attraverso una programmazione pubblica che tuteli gli interessi generali, una sanità pubblica efficiente e gratuita, una scuola moderna ed inclusiva, un fisco equo e progressivo e una efficace lotta all’evasione, una politica dell’immigrazione improntata alla solidarietà. Questi i temi di una proposta politica rivolta all’intero Paese, su cui chiamare all’Unità uno schieramento vasto per trasformarli in politiche, in provvedimenti legislativi ed amministrativi. Nessun soggetto politico al di fuori di noi potrebbe oggi imprimere una nuova direzione al dibattito pubblico. Per questo è necessaria una Autonomia politica ed organizzativa forte, riconoscibile, determinata, in grado di imporre al dibattito pubblico un’agenda nuova con questi obiettivi. Per questo occorre un’Unità di forze con tutti i soggetti in campo, progressisti, ecologisti, socialisti, pronti ad uno schieramento nuovo in grado di realizzare questi stessi obiettivi. Unità e Autonomia.

 

Simone Bartoli

Segretario regionale di Articolo Uno Toscana