La settimana scorsa il coordinamento nazionale di Articolo Uno Mdp ha ribadito la volontà di procedere nella trasformazione di LeU in un soggetto autonomo della sinistra e del lavoro e mi ha dato mandato a verificare definitivamente la fattibilità di tale obiettivo. Abbiamo riaffermato la volontà di investire tutte le nostre energie in questo percorso, ribadendo la disponibilità di Mdp ad avviare un nuovo processo compiutamente democratico che porti al superamento delle attuali esperienze organizzative per dare vita a una nuova forza autonoma della sinistra. Io non ho rinnovato il nostro esecutivo proprio in vista di tale scenario.
Oggi, dinanzi a un quadro politico sempre più allarmante e all’approssimarsi di appuntamenti elettorali di primaria importanza, non si può più indugiare. È il momento di passare dalle parole ai fatti.
Per questo ho incontrato Pietro Grasso e Nicola Fratoianni chiedendo di accelerare nella fase costituente di Liberi e Uguali. È oggettivo che tra le forze politiche in campo ci siano differenze significative nella prospettiva politica più generale che si vuol perseguire e, conseguentemente, sul come affrontare le prossime elezioni amministrative ed europee. Nascondere queste differenze non sarebbe onesto con la nostra gente. Io sono sempre più convinto che dentro la drammatica situazione in cui è il Paese, tra pulsioni illiberali e rischi per la tenuta economica e finanziaria, sarebbe un errore la scorciatoia di una ridotta identitaria e minoritaria. Quel che invece serve all’Italia è una grande forza autonoma della sinistra popolare che sappia essere motore dell’alternativa alla destra nazionalista.
Il punto, oggi, è se queste differenze debbano portarci al definitivo superamento di LeU o se possano essere ancora la base di un confronto democratico in cui, finalmente, la parola torni ai nostri militanti e ai nostri elettori. Ho espresso ai miei interlocutori la mia convinzione per questa seconda ipotesi.
Non sottovaluto le difficoltà, ma credo sia possibile dare avvio formalmente alla fase congressuale vera e propria, con l’elezione di una commissione di garanzia che stabilisca un regolamento semplice e trasparente. Il principio cardine non può che essere “una testa un voto”, coniugando strumenti on line e partecipazione fisica, con il conseguente superamento dello schema pattizio per quote che fin qui ha imbrigliato la vita di LeU.
Una volta assunta la cornice dei principi comuni ricavabili dai contributi del comitato promotore e anche dal prezioso lavoro finora fatto dai gruppi parlamentari, il confronto congressuale, che avevo già chiesto dopo il 4 marzo e che ci avrebbe risparmiato un logorante percorso a due fasi, è l’unica strada per affrontare e sciogliere democraticamente tutti i nodi di posizionamento e di profilo politico della nuova forza. A partire dal programma per le elezioni europee e dalla decisione se presentarsi, come io credo sia indispensabile, con il nostro simbolo o confluendo nell’ennesimo cartello elettorale già in preparazione.
Siamo ancora in tempo per definire un percorso democratico e trasparente con il quale dare risposta all’impegno di tanti militanti che, nonostante i nostri ritardi, continuano a investire energia nella costruzione di Liberi e Uguali.
Ma questo tempo è adesso.