Dopo cento giorni di governo Draghi, i sondaggi dicono che il ministro più apprezzato è Roberto Speranza.
Nel governo del “cambio di passo” viene premiato il ministro più in continuità con il governo Conte. Nel governo nato per rompere il campo progressista, emerge quello che più di tutti lavora a tenerlo unito. L’uomo che, proprio per queste ragioni, è il più bersagliato dalla propaganda della destra, di opposizione e di governo.
In questo anno e mezzo la destra ha strizzato l’occhio a negazionisti e no-mask e solleticato qualsiasi tipo di posizione anti-scientifica. Ha per mesi fatto zig-zag tra aperture e chiusure, è riuscita a urlare al pericolo democratico e contemporaneamente alla sottovalutazione del rischio seconda ondata. Tutto mentre spiegava al Paese che il virus era clinicamente morto. Ha strumentalizzato qualsiasi cosa. Dai medici – che definiva eroi ma di cui si è guardata bene di ascoltare i consigli – a intere categorie che soffrono sul piano sociale ed economico con consapevolezza e dignità. Non li ha rappresentati. Li ha usati.
Niente di nuovo, sia chiaro. La pandemia è l’ennesima replica di uno spartito già suonato. Dall’immigrazione alla legittima difesa. Dalla giustizia al fisco. Una strategia lucida, un disegno forte e scellerato, che ha attecchito in molte fasce del Paese e a cui, per tanto tempo, la sinistra è sembrata incapace di contrapporre un’alternativa.
Ma l’apprezzamento attorno alla figura di Roberto Speranza dice una cosa netta e diversa: che questa politica non è invincibile. Questi mesi raccontano come la propaganda non si batte con una propaganda di segno opposto – come pure qualcuno in questi anni ha teorizzato – ma con il rigore, la verità e serietà.
La verità e il merito, punto per punto, contro le menzogne e contro chi strumentalizza ogni scelta per alzare la tensione e guadagnare qualche punto nei sondaggi sul malcontento e sulla paura – pur legittima – delle persone.
La serietà e il rigore contro chi fa della battaglia politica un gioco d’azzardo sulla pelle dei cittadini.
Serietà e rigore, verità e merito sono lo spirito del tempo.
Il Paese reale è più avanti della politica. Il campo progressista dovrebbe ascoltarlo. Scoprirebbe di avere in casa quelle risposte che per anni ha cercato altrove.