Se davvero è il tempo dei costruttori, basta scaramucce da corridoio

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Tra qualche giorno il paese saprà se il governo durerà o se si aprirà una crisi al buio, se prevarrà lo sforzo comune per affrontare questa fase straordinaria dettata dalla pandemia o se invece, nonostante il monito del Presidente Mattarella prevarranno egoismi e interessi di parte.

Una crisi di Governo nel mezzo di una situazione eccezionale come quella che stiamo vivendo, insieme a tutto il pianeta, sarebbe una sciagura e chi dovesse provocarla per miseri calcoli personali o di parte ne porterebbe sicuramente la responsabilità, ma oggi la questione non è la personalizzazione dello scontro in atto – che peraltro farebbe il gioco di chi alle sorti del Paese antepone il proprio smisurato ego. Oggi le questioni sul tappeto, drammatiche e urgenti, sono come affrontare la pandemia, come organizzare  al meglio il  piano vaccinale e come costruire un percorso strategico per il dopo, per la ripresa che necessariamente deve essere costruita da oggi, che deve vedere oggi gli scavi delle sue fondamenta, per riuscire a edificare quella che sarà una nuova fase e anche qui il Presidente Mattarella ha indicato la via giusta: il paese ha bisogno di costruttori.

Esistesse in Parlamento un’opposizione saggia, davvero capace di pensiero politico, potrebbero esserci convergenze e momenti di confronto costruttivo. Invece purtroppo, tranne rare eccezioni, non si esce dal clima da stadio, dagli slogan, dalla politica costruita sui like dei social anziché sull’impegno per uscire da un tunnel che coinvolge tutti, nessuno escluso.

La pandemia ha messo in chiara luce la fragilità e dell’attuale assetto istituzionale che ha come architrave un debole e presunto federalismo regionale che porta, grazie anche al ricercato protagonismo dei cosiddetti “Governatori” (ahinoi di tutte le parti politiche), ad un costante conflitto di poteri decisionali tra Governo e Regioni; su questo terreno non si potrà che uscirne con una profonda revisione della sciagurata modifica di parte della costituzione, con nuovi assetti e responsabilità di governo su temi che non possono vedere il Paese frantumato da una miriade di politiche diverse e contraddittorie. In primis ovviamente la necessaria ricostruzione di un Servizio Sanitario Nazionale che renda il diritto alla salute davvero un diritto universale, che riesca a poggiarsi per poter esprimere il proprio mandato sullo sviluppo della sanità territoriale e che metta in prima linea la pubblicità della sua missione, chiudendo una volta per tutte la stagione di una “sussidiarietà” che man mano ha di fatto privatizzato la sanità con il risultato di negare il diritto alla salute, o quantomeno di renderne molto faticoso l’accesso a strati sempre più ampi della popolazione.

Se però abbiamo oggi un’opposizione incapace di cogliere il significato vero e profondo della contingenza che si sta attraversando è vero anche che il Governo è chiamato a una svolta attiva nella ricerca e nella individuazione ed elaborazione di politiche strategiche che richiedono una visione “post pandemia” per un vero e forte rilancio dell’economia di un Paese piegato dalla più grande crisi mai attraversata e gravato da un debito pubblico ormai oltre la soglia di naturale sopportazione.

Non è oggi assolutamente il tempo dei personalismi e delle scaramucce da corridoio, è il tempo di guardare avanti per la salvaguardia del bene comune che più che mai è rappresentato dal diritto alla salute, dai livelli occupazionali e dal diritto all’istruzione con tutto quello che questi  grandi temi comportano a partire dal sistema dei trasporti, delle condizioni di lavoro e di studio, dalla vivibilità dei centri urbani, dalla necessità ormai impellente di riuscire a tornare a rapporti sociali e interpersonali veri e concreti; la necessità di costruire una nuova visione del mondo che per essere possibile richiede azioni radicalmente riformatrici, di saper coniugare sviluppo economico, salute e costruzione ambientale, diritti e anche doveri collettivi: quella che noi chiamiamo prospettiva ecosocialista.

Perché oggi la confusione sotto il cielo è grande, ma che la situazione possa davvero essere eccellente è un altro paio di maniche.

 

Giampaolo Pietra

Nato il 1/10/1955, fondatore di Articolo Uno a Sesto San Giovanni, membro della segreteria metropolitana di Milano. Membro del comitato di presidenza dell'Anpi cittadino.