Giornata di mobilitazione nazionale promossa da Cgil, Cisl e Uil venerdì prossimo a Napoli. “Ripartire dal Lavoro” è il titolo: il 18 settembre in piazza Dante alle 09:30m la manifestazione sarà conclusa da Maurizio Landini. La giornata di mobilitazione nazionale di tutto il mondo del lavoro segue la prima iniziativa pubblica post-Covid, “La notte per il Lavoro”, svoltasi a Roma lo scorso luglio a sostegno delle rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori.
Le questioni che verranno portate in piazza sono oramai chiare per chiunque abbia occhi e orecchie:
– * Mezzogiorno come opportunità e non peso per il Paese;
– * Proroga degli ammortizzatori sociali;
– * Vertenze aperte (troppe) a cui si stanno aggiungendo altre crisi industriali;
– * Riforma fiscale e la “famosa” lotta all’evasione;
– * Rinnovo dei contratti nazionali pubblici e privati che riguarda circa 14 milioni di lavoratori, magari anche “rivoluzionari”, come auspica il presidente di Confindustria, purché giusti e dignitosi;
– * Diritto all’istruzione e ad una scuola sicura;
– * Sanità pubblica ma universale nella giustizia;
– * Sicurezza sul lavoro, perché si muore ancora nei luoghi dove si va per guadagnarsi il pane;
– * Conoscenza, innovazione e cultura;
– * Investimenti pubblici capaci poi di attirare anche quelli privati;
– * Politica industriale che resta ancora quantomeno insufficiente in questo Paese;
– * Digitalizzazione per recuperare il gap e le disuguaglianze socio-economiche;
– * Stabilità e sostenibilità nel lavoro;
– * Legge per la non autosufficienza;
– * Previdenza e inclusione sociale.
Le risposte concrete alle 15 questioni elencate, magari non in ordine, non sono più rinviabili. Bisogna puntare alla concertazione e ripristinare il “Patto per la fabbrica”.
Ma questo necessita che le parti sociali e il governo abbiano consapevolezza ed esercitino, responsabilmente, l’istituto della condivisione.
Non ci sono “governi amici”, ci sono governi che devono dimostrare di essere dalla parte giusta: quella del mondo del Lavoro.
Difficile andare avanti sulla strada della ricostruzione e del rilancio senza avere un “chiodo fisso”: il Lavoro certo e dignitoso.