Prove tecniche di retorica: Salvini saggia il terreno per capire fin dove può spingersi

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Alcune specie di ragno, cercando un posto dove tessere la loro tela, agiscono in maniera particolare. Identificato un posto ideale, costruiscono un piccolo lembo, quasi invisibile, su cui si adagiano. Dopo che, passati alcuni giorni, nulla è avvenuto che disturbasse la loro quiete, ne aggiungono un pezzo. Attendono conseguenze da parte di eventuali altri coinquilini, che potrebbero essere stati disturbati da quell’espansione.

Nulla accade.

Se niente interviene a fermarla, la tela cresce. Fino a dove il ragno potrà espanderla, saggiando ogni centimetro in vere e proprie prove tecniche esplorative. Fino a quando non avrà resistenza, la tela si espanderà. Fino a diventare inestricabile.

Tramite social, mezzo su cui furoreggia, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha condiviso un articolo in cui viene analizzato come il suo consenso cresca, malgrado l’opposizione di forze diverse. A commento dell’articolo, lapidariamente, il ministro, mediante il suo team social, ha aggiunto la frase “tanti nemici, tanto onore”, corredata da un’emoticon intenta a mandare un piccolo bacio ai suoi avversari.

La frase, evidentemente studiata a tavolino, è una prova tecnica di retorica. Si tratta di una citazione quasi diretta del mussoliniano “molti nemici, molto onore”, e a corredo di un articolo che parla di un incremento verticale di consenso non può non essere letta in maniera inquietante. O galvanizzante, se si è di determinate idee. Che per fortuna sono sanzionate dall’articolo 4 della legge Scelba.

Qualsiasi idea si possa avere, qualsiasi cosa si possa pensare nel proprio piccolo mondo privato, è impensabile condividere un pensiero intriso di una retorica tanto pericolosa. Già se si è semplicemente in attività politica. Quando si è al governo, quando si ha la responsabilità di rappresentare con ogni proprio pensiero e azione la parte più sana, moderna e pulita del Paese… è un fatto inqualificabile.

Il fascismo è stato un regime criminale. La storia lo sanziona. Non c’è appello. Non c’è scontro di ideali, interpretazione, dietrologia. Ogni regime che si appoggia sulla retorica e sulla violenza non deve, non può essere omaggiato dalle forze eredi di quelle che lo hanno scacciato con fatica e sangue partigiano.

Ma come quel ragno, sembra quasi che il ministro stia saggiando il terreno. Sembra che stia cercando, nella maniera fresca, giovane e scanzonata che i social gli consentono, di capire fino a che punto si può spingere prima di provocare una reazione forte, che stronchi cose del genere.

Utile osservare che il post è stato pubblicato il 29 luglio. Centotrentacinque anni prima nasceva Benito Mussolini.

Probabilmente una coincidenza. Ma non si sa mai.

 

Gabriele Grosso

Lavoratore millennial, classe 1990. Project Manager e Operations Specialist per Talent Garden. Metà vita a Milano, metà a Napoli, e una spolverata di Veneto. Sempre amato capire come le cose funzionano, dagli atomi alla politica. Fanatico dell’azione, convinto che una sola parola, al posto e nel momento giusto, possa cambiare tutto.