Con la nascita del nuovo governo, con l’inizio della necessaria scomposizione e ricomposizione del quadro politico, per il centrosinistra si rafforza l’esigenza di andare oltre. Si apre un orizzonte dove mettere tutto l’impegno per la costruzione di qualcosa di veramente nuovo da far crescere con i tempi giusti, senza fretta, ma con determinazione; qualcosa che sia fondante di una nuova stagione per il Paese.
Costruire un nuovo soggetto politico del lavoro e della giustizia sociale, capace di aggregare un vasto fronte progressista in grado di raccogliere i consensi necessari per rendere al Paese un duraturo governo di crescita e di sviluppo, che consenta all’Italia di tornare a essere protagonista in Europa; questo è quello che ci proponiamo mettendo al centro i temi del lavoro, dell’universalità dei diritti e dell’accesso ai servizi, dell’uguaglianza intesa innanzitutto come possibilità di basi di partenza uguali per tutti.
Non è il momento delle grandi ammucchiate. L’annullamento e l’annacquamento del portato di ogni sensibilità politica non giova e non serve alla ricostruzione del quadro politico, anzi i “distinguo” che oggi qualcuno snobba in nome di una nuova collocazione servono e sono utili per cercare una sintesi e un incontro che abbia il sapore del futuro, cosa che i posizionamenti personali e “lo scambio di figurine” non hanno assolutamente.
La politica, quella vera, è fatta di sudore e sacrificio, di capacità di compromesso senza perdere di vista gli obiettivi generali e le necessità del Paese.
Oggi è palese la necessità di tirare una riga dalla quale fare partire il lavoro per il futuro. Oggi è evidente che la continua ricerca e rincorsa dei voti cosiddetti moderati non porta da nessuna parte mentre ci sono milioni di voti inespressi o che hanno trovato casa in un altrove indefinito e che sono potenzialmente consensi per una sinistra matura, una sinistra di governo moderna.
Costruire oggi una moderna e matura sinistra di governo significa anche ammettere gli errori compiuti, senza processi che non servono a nulla, sapendo e volendo soprattutto però andare oltre, avendone la volontà lasciandosi alle spalle ogni velleitaria “vocazione maggioritaria”, sapendo dialogare e sapendo ascoltare il popolo che è il nostro riferimento.
Per questo non è assolutamente tempo di rientri. Anzi è tempo di rafforzare l’anima ecosocialista della sinistra italiana con apertura al dialogo, ma con tutta la propria originalità intatta nel confronto perché ci preme la costruzione di qualcosa di più grande, di vivo veramente, di aperto e plurale che non significa correntizio, ma incontro di idee per raggiungere, insieme, un gradino più alto.
Sono tante le sfide che abbiamo di fronte e che la formazione del nuovo governo ci pone dinnanzi e sono le sfide del lavoro, della sua sicurezza (mille morti sul lavoro in otto mesi sono una vera e propria tragedia nazionale), della sua giusta retribuzione che non può e non deve prescindere dalla rappresentanza sindacale e deve allo stesso tempo essere un obiettivo continentale, dell’universalità dei diritti, il diritto alla salute e all’istruzione innanzitutto, della accoglienza e del diritto di cittadinanza, della lotta all’evasione fiscale e l’imposizione di una vera e giusta progressività delle imposte, dell’attenzione al territorio, alla sua messa in sicurezza e dell’apertura vera e non solo proclamata di una nuova stagione che abbia il suo perno nella sostenibilità ambientale.
Tante le sfide e tanti gli obiettivi, tanta la necessità che le idee si confrontino senza nascondersi, non è il tempo di trovare casa, è il tempo di costruirla, per davvero.