Si è svolto lunedì scorso alla Camera dei deputati, con la partecipazione del ministro Roberto Speranza, un evento intitolato “Mandiamo il bullismo in panchina!”, che ho organizzato e promosso assieme al coordinatore nazionale di Articolo Uno Arturo Scotto, con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sul dramma del bullismo.
Il bullismo è violenza, il bullismo è persecuzione, il bullismo è paura e, nei casi più gravi, è morte. Il bullismo non è né uno scherzo, né una ‘ragazzata’; sminuirne la gravità significa alimentarlo. È un’emergenza sociale che necessita di un intervento anche delle istituzioni.
Il bullismo, soprattutto quello offline, è insidioso perché si può manifestare ovunque, nascondendosi tra i sorrisi di derisione, tra le offese sussurrate, tra le azioni di isolamento dal gruppo. La vera sfida è farlo emergere immediatamente, prima che possa sfociare in qualcosa di più grave e irrimediabile.
L’evento di qualche giorno fa ha rappresentato l’occasione per rilanciare il ddl 1690 a mia prima firma sulla prevenzione e il contrasto del bullismo, già approvato alla Camera dei deputati il 29 gennaio 2020 e bloccato al Senato ormai da 20 mesi. A tal proposito la senatrice Loredana De Petris ha garantito l’impegno del gruppo di Liberi e Uguali a sbloccarlo in tempi brevi, chiudendone anzitutto il ciclo di audizioni.
Nella scorsa legislatura il Parlamento ha già affrontato il tema del bullismo, in particolare del cyberbullismo, giungendo all’approvazione della legge n. 71 del 2017. La legge 71 rappresenta un importante primo fondamentale passo, perché per la prima volta si è cercato di delineare da un punto di vista giuridico a livello nazionale questo drammatico fenomeno. Il ddl 1690 si pone in continuità con essa con l’obiettivo di disciplinare anche ulteriori aspetti non presi in considerazione dalla legge 71.
Al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità e la diffusione del fenomeno del bullismo ho proposto al ministro Speranza, che ha accolto immediatamente con entusiasmo la proposta, di rilanciare a livello nazionale l’iniziativa delle “Panchine gialle antibullismo”, ideata da Helpis onlus.
Il ministro Speranza ha quindi annunciato un Protocollo di intesa interministeriale tra il Ministero della Salute, il Ministero dell’Interno, il Ministero dell’Istruzione e l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) in modo da diffondere in tutta Italia tale iniziativa. L’auspicio è che tutti i Comuni possano aderire: in ogni Comune c’è un giardino pubblico e in ogni giardino pubblico c’è una panchina. È sufficiente un po’ di vernice gialla. La panchina gialla deve diventare l’occasione per una riflessione collettiva sul bullismo anche attraverso percorsi e progetti che prevedano il coinvolgimento delle scuole e del mondo dell’associazionismo.
Si tratta di una campagna di sensibilizzazione: non è una panchina gialla a risolvere il problema del bullismo, ma può fare molto in termini di consapevolezza, perché quando una persona vedrà una panchina gialla, comprenderà subito che si tratta di una panchina antibullismo e se c’è necessità di creare un segno tangibile come una panchina gialla, vuol dire che il bullismo è un fenomeno gravissimo e molto diffuso.
Non esiste una ricetta unica per sconfiggere il bullismo: bisogna mettere in campo tutti gli strumenti possibili. Prevenzione, contrasto, emersione, monitoraggio, informazione. Progetti scolastici, leggi, iniziative degli enti locali, convegni, numeri verdi, campagne informative e di sensibilizzazione come quella delle panchine gialle.
All’evento hanno partecipato: Federico Fornaro (presidente del gruppo Parlamentare LeU alla Camera dei deputati), Arturo Scotto (coordinatore nazionale di Articolo Uno), Loredana De Petris (presidente del gruppo Parlamentare LeU al Senato), Valentina D’Orso (portavoce M5S alla Camera dei deputati, cofirmataria del ddl 1690 per la prevenzione e il contrasto del bullismo), Clelia Iasevoli (docente di Diritto processuale penale all’Università Federico II di Napoli), Adolfo Ceretti (docente di criminologia e mediazione reo-vittima all’Università degli Studi Milano-Bicocca), Gianluca Guida (Direttore dell’Istituto penale minorile di Napoli-Nisida), Francesca Sorcinelli (presidente di Link Italia), Teresa Manes (scrittrice), Gino Fanelli (presidente di Helpis onlus).
Particolarmente gradito il videosaluto che ci ha inviato per l’occasione l’attore Alessio Boni.
La lotta contro il bullismo deve vederci tutti dalla stessa parte della barricata, è un tema trasversale e senza un colore politico: spero quindi che l’appello che ho lanciato ieri ai senatori possa essere accolto da tutti i gruppi parlamentari per una rapida approvazione del testo anche il quel ramo del Parlamento.
Abbiamo tutti un dovere: quello di mandare il bullismo in panchina, per metterlo definitivamente fuori gioco.