Diverse sono le ragioni per sostenere Elly Schlein alle elezioni primarie del 26 febbraio, come guida del Partito democratico. L’idea di un grande partito del lavoro, ecologista, che mette in campo proposte politiche efficaci per contrastare le disuguaglianze e impegnato a sanare la frattura che negli anni si è creata con il suo popolo.
Scegliere Elly Schlein non è una scelta in antitesi a quella di Stefano Bonaccini, non è scegliere una resa dei conti identitaria, è decidere di stare in una Costituente per ritrovare il senso di un impegno comune e costruire un’alternativa alla destra che oggi governa l’Italia. Scegliere Elly Schlein è dire no al ruolo di vice, aprendo il varco a una guida femminista del Partito democratico.
La rivoluzione inedita di Elly Schlein è il femminismo, assunto come fondamento per mettere in discussione i modelli di relazione e far saltare in aria i rapporti di potere. Non un “ticket”, non la parità, non un’autonomia differenziata, ma la liberazione da una condizione di oppressione, che oppone la società dell’ idolatria del consumo e della precarietà esistenziale alla visione di una società dove ognuno di noi, nessuno escluso, è essenziale per fronteggiare i problemi comuni e raccogliere le grandi sfide.
La società delle donne. Costruita nei secoli, con il lavoro nei campi, nelle fabbriche, nelle scuole, negli ospedali e nelle case dove abbiamo salvato le comunità dagli orrori della guerra, protetto donne e uomini perseguitati, costruito relazioni, allevato figli, accudito mariti e compagni, orientato il consumo e costruito il risparmio.
Le donne che dentro e fuori il partito, si sono confrontate con i loro vissuti, le relazioni dentro e fuori la famiglia, hanno messo in discussione l’ordine impostoci dalla società patriarcale, manifestato per un mondo più sano di fronte al disastro di Chernobyl, battute per sanità e asili nido pubblici, rivendicando un lavoro giustamente retribuito, chiedendo una scuola di qualità. Noi che abbiamo compreso l’iniquità del modello del neoliberismo e ci siamo sospese dalla nostra generatività, facendo sprofondare l’Italia, del lavoro povero e precario, nel triste inverno demografico.
Il femminismo come pratica politica per uscire dalla politica dei bonus e proporre programmi di investimento nella transizione ecologica, nella scuola, nella salute pubblica, negli asili nido, nel lavoro giustamente e equamente retribuito e per riconoscere finalmente il lavoro di cura delle donne.
Elly Schlein è una femminista che guiderà con “cura” il Partito democratico.
Per questo la sceglierò il 26 febbraio come segretaria del partito.