Vertice G7, il doppio rischio che corriamo se fallisce Taormina

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Siamo a pochissimi giorni dall’inizio del vertice. L’Italia, con la Presidenza G7, potrebbe davvero spingere perché sul tavolo si affronti  il tema delle migrazioni e dell’accoglienza, mettendo in chiaro quelli che sono gli elementi irrinunciabili della convivenza sostenibile tra le nazioni. 

Purtroppo i rischi che ActionAid intravede tra le righe sono due. Dal punto di vista politico, che ci si trovi davanti a un nulla di fatto e che una serie di temi che dovrebbero essere centrali per l’agenda internazionale siano annacquati in una dichiarazione finale tutta incentrata sulla difesa dei propri confini, e con posizioni sui fenomeni migratori ancora più regressive rispetto all’ultimo vertice del Giappone.

L’altro rischio è che in assenza di posizioni politiche forti e di impegni concreti sulle emergenze e sulle disuguaglianze sociali che colpiscono il mondo, anche i media siano condizionati dall’agenda “annacquata”, alimentando stereotipi e pregiudizi che sono già il cavallo di battaglia di diversi partiti politici italiani, ma anche europei e anche dello stesso presidente USA. Stereotipi e disinformazione che si rafforzano anche tra le opinioni pubbliche. Per venire a quella italiana, nel recente sondaggio che ActionAid ha commissionato a Ipsos sulle priorità che gli italiani vorrebbero vedere affrontate a Taormina, il 50 per cento considera gli immigrati come una minaccia e in generale pensa che stiano rovinando le nostre tradizioni e la nostra cultura.

La migrazione non è una questione “neutra” e in società lacerate dalla crisi e dall’aumento delle disuguaglianze, il pregiudizio si è infiltrato anche nel dibattito politico. ActionAid vorrebbe oggi, a pochi giorni dal vertice, che non fosse così. Il desiderio di molti attori della società civile organizzata è quello di vedere i fenomeni delle migrazioni, ma anche l’impegno contro il terrorismo messi in connessione con tematiche di ben altra portata, che sono il pane quotidiano per un’organizzazione come ActionAid: la risoluzione di conflitti, 800 milioni di persone che soffrono ancora la fame; le risorse per lo sviluppo dell’Africa, unica regione dove il numero di affamati è aumentato rispetto al biennio 1990-1992; l’empowerment economico delle donne.

L’Agenda 2030 segna il passo su queste priorità globali. Dare sostanza e concretezza a quell’Agenda e agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per diminuire disuguaglianze sociali e povertà è la vera sfida e quello che ci aspettiamo che il G7 approfondisca e non annacqui.

 

Marco De Ponte

Dal 2001 è Segretario Generale di ActionAid Italia. Per otto anni direttore per l’Europa, è attualmente responsabile internazionale per la crescita dell’organizzazione nei paesi emergenti. Per sei anni Vicepresidente Amnesty International Italia. Fondatore e primo presidente dell’Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze (AGIRE), è attualmente anche componente della direzione nazionale di Cittadinanzattiva.