Quelli che giocano con la politica non li sopporto. Perché la politica è una cosa seria, serissima. Questo me lo hanno insegnato i comunisti, che forse erano un po’ bacchettoni, ma sapevano di cosa parlavano.
I Cinque Stelle giocano con la politica quando promettono una cosa e ne fanno un’altra, senza nemmeno provare a motivare il voltafaccia. E’ il caso clamoroso dell’articolo 18. Allo stesso tempo, il Pd con la politica ci gioca al quadrato. La giusta causa l’hanno abolita loro e adesso accusano gli avversari di incoerenza, ironizzando su un diritto dei lavoratori che è stato stracciato dalla furia iconoclasta del renzismo. E che ha aperto il varco a una sconfitta memorabile.
Insomma, una gara al ribasso tra chi è più cinico e chi è più bugiardo. In mezzo, purtroppo, c’è la democrazia. Che a furia di guerrette strumentali diventa sempre di più agli occhi della maggioranza dei cittadini uno scherzo.
La democrazia invece è dialettica, conflitto, scontro di idee. Forse bisognerebbe tornare ad avere la forza di dire: via i pagliacci dal campo di battaglia.