La metà dei fondi del Recovery Fund deve arrivare all’economia del Mezzogiorno, non solo per porre argine alla deriva occupazionale ma per ricostruire il futuro dell’industria aeronautica meridionale e realizzare le premesse che consentiranno alle imprese del settore di non restare ai margini della ripresa quando l’economia ritornerà a crescere.
Finora il Governo nazionale è stato concentrato solo sui grandi programmi europei dell’agenzia Spaziale verso i quali sono da sempre orientati la gran parte delle ingenti risorse pubbliche. Minore attenzione si è sempre avuta alle strategie del comparto aeronautico, che, al netto delle conseguenze industriali delle politiche della Difesa, sono affidate dai governi ai grandi player nazionali e alle istituzioni regionali che hanno gestito le loro prerogative nella logica degli interessi che interpretavano.
Bisogna cambiare registro e riportare tutto nell’ambito di una responsabilità politica nazionale superando le troppe interlocuzioni intermedie.
Le regioni si sono dimostrate inadeguate e prive delle competenze necessarie per gestire i piani europei di finanziamento, si sono affidate a una pletora di organismi, più o meno pubblici e rappresentativi, come i cluster, i distretti industriali e tecnologici.
Enti nati nelle migliori intenzioni per supportare una governance regionale, ma che il tempo ha trasformato in portatori d’interessi meramente localistici, oppure, quando ne sono stati capaci, in strumenti utili solo alla politica, e utilizzati dalle imprese, gli enti di ricerche e di formazione per accedere ai finanziamenti pubblici.
Al confronto con il sindacato si sono però sottratti il governo e la Regione Campania che hanno disertato l’evento.