Se vogliamo LeU, facciamolo. Coordinamento Liberi e Uguali VII Municipio, Roma

Roma

Siamo quelli che si sono fatti tutta la campagna elettorale in strada, malgrado i dubbi su parole d’ordine sbiadite, candidature decise in maniera misteriosa, apparizioni televisive contraddittorie e controproducenti.
Siamo quelli che, proprio per questo, non si sono sorpresi più di tanto del risultato elettorale del 4 marzo. Lo abbiamo considerato un punto cui partire nella costruzione di una nuova forza della sinistra, autonoma, autorevole che si ponesse solo in un secondo momento il tema delle alleanze, mettendo al primo posto, al contrario, una piattaforma ideale e programmatica.
Siamo quelli che, dopo il 4 marzo, hanno chiesto a gran voce che non ci fossero mai più decisioni prese in chissà quali stanze da persone che non hanno alcun titolo a decidere in nome e per conto di tutti noi. Perché questo modo di procedere, ormai è dimostrato, porta ad allontanarsi sempre più dal nostro popolo, ci isola dalla società.
Siamo quelli che, malgrado tutto, credono ancora che in questo paese l’unico argine possibile alla destra sia la nascita di un partito della sinistra, che rinnovi la tradizione del socialismo e la faccia vivere in un’epoca in cui c’è forse ancora più bisogno della lezione di Gramsci e Berlinguer, solo per citare due grandi pensatori italiani troppo spesso dimenticati.
E allora ci chiediamo: che fare? Se il confronto prosegue soltanto a livello nazionale fra le segreterie di Sinistra italiana e Mdp non si va da nessuna parte. Assistiamo sconcertati al quotidiano gioco del cerino fra chi, ne siamo convinti, vorrebbe – per ragioni opposte e convergenti al tempo stesso – tornarsene nella propria rassicurante casetta, ma non ha neanche il coraggio di dirlo apertamente.
Non ci stiamo, lo diciamo chiaramente: non vogliamo tornare a rinchiuderci in luoghi aperti soltanto a chi la pensa esattamente come noi, vogliamo navigare in mare aperto, facendo dell’esperienza di Liberi e Uguali non una semplice zattera da gettare nel mare tempestoso per salvare qualche profugo, ma una nave accogliente. Una nave dove accogliere quelli che magari su diversi aspetti non la pensano esattamente come noi ma sono pronti a mettere in discussione le proprie convinzioni. Una nave per contrastare efficacemente la deriva di destra sempre più forte non solo nel nostro Paese.
E allora chi vuole che finalmente si avvii il percorso costituente di Liberi e uguali… lo avvii in prima persona, perché è già tardi e non possiamo arrivare alle prossime elezioni europee con l’ennesimo cartello della sinistra che comprende “la qualunque” e che non convince ormai neanche i militanti più ostinati. Se vogliamo costruire un partito facciamolo. Non ci basta un partito virtuale, lo diciamo chiaramente. Lo vogliamo solido e concreto,ancorato alla società, presente nei quartieri. E allora, a cominciare dalle nostre città, costruiamo assemblee ovunque che mandino un messaggio unico: vogliamo partecipare alla costruzione di LeU, non potete ignorarci ancora una volta. E poi dalle città facciamo rete, con un percorso aperto a tutti quelli che vogliono starci, ma in cui, al tempo stesso, nessuno si può permettere di porre veti, né minacciare di andarsene portandosi a casa il pallone.
Siccome siamo di Roma, partiamo da qui proponiamo a tutti i compagni di costituire i coordinamenti municipali di Liberi e Uguali e poi di riunirci, entro la fine di ottobre in una grande assemblea romana organizzata dai coordinamenti stessi, invitando Pietro Grasso, nella quale si nomini, finalmente, un organismo dirigente riconosciuto da tutti, si lanci una campagna di informazione “casa per casa”e ci si metta in rete con le altre realtà italiane che stanno nascendo in queste settimane.
Vogliamo essere Liberi e Uguali, a partire da noi.