#Ricostruzione: il documento dell’assemblea provinciale di Articolo Uno Bologna

Bologna
Documento approvato dall’assemblea provinciale di Articolo Uno Mdp Bologna svoltasi il 10 dicembre 2018, alla presenza del compagno Arturo Scotto, quale contributo per l’assemblea nazionale del 16 dicembre 2018

Nel mondo, in Europa e anche in Italia si sta affermando una nuova destra che sostiene principi di stampo razzista e nazionalista, che gode del consenso di vasti settori popolari, perché ha saputo interpretare strumentalmente bisogni di protezione sociale e di sicurezza che le diverse forze della sinistra e progressiste hanno trascurato, anche in Italia, con politiche di disconoscimento dei diritti del mondo del lavoro e con una gestione inadeguata di una questione complessa e difficile come l’immigrazione.

Nel frattempo, il mondo è cambiato, con una crescita delle disuguaglianze fra ricchi e poveri che è diventata intollerabile.

Il rischio di una involuzione della democrazia deve preoccuparci, l’ultimo esempio è la legge Salvini sulla sicurezza e sugli immigrati votata dai 5 Stelle, con provvedimenti gravi e incostituzionali sugli immigrati.

Per contrastare questa deriva pericolosa, ciò che manca in primo luogo nel nostro Paese è una sinistra popolare, capace di costruite l’alternativa alla destra e di promuovere una nuova cultura politica, profondamente radicata nei grandi cambiamenti sociali, economici, ambientali.

Per questo serve in Italia un partito nuovo della sinistra.

Un partito nuovo, più che un altro partito che si aggiunga a quelli esistenti, con un programma che superi i limiti, gli errori e i ritardi che hanno avuto tutte le forze della sinistra o progressiste fin qui conosciute, che pertanto punti ad una Europa diversa, una Europa dei cittadini, del lavoro e della solidarietà.

Inutile recriminare sul passato e sui limiti che abbiamo avuto anche noi, obbligati da tempi stretti e con decisioni assunte dall’alto.

Non è sufficiente, prendere atto delle formali prese di distanza, fin dal 5 marzo, da parte delle forze politiche che con noi avevano dato vita alla lista elettorale di LeU di andare, attraverso una fase congressuale, alla trasformazione di Liberi e Uguali in un nuovo partito.

Noi, Articolo Uno Mdp, analizzando e cogliendo le difficoltà di una gestione inevitabilmente centralista di questi primi 15 mesi, vogliamo partire per dare vita ad una ricerca che si rivolge a tutti coloro che sentono la necessità di rimettere in campo una sinistra larga e popolare.

Sappiamo bene che Mdp non è di per sé sufficiente.

Per questo, bisogna confrontarsi senza pregiudizi, a partire da chi nel paese ha iniziato a reagire alle politiche della destra, a chi, deluso da LeU, ricerca una rappresentanza e da chi non vuole rinunciare, al di là della attuale propria collocazione, alla sinistra.

È un lavoro lungo e impegnativo e ci impegniamo a dar vita ad un centro di iniziativa rivolto a tutte le forze interessate ad approfondire e a dare concretezza ai temi proposti nel documento.

Partiamo da noi, dunque, chiedendo a tutti di lasciare alle spalle tensioni e discordie che fino ad ora hanno impedito a una vera Sinistra di rinascere, lavorando con passione per costruire una dimensione politica che abbia a cuore le tematiche più pressanti del nostro tempo: il lavoro, i diritti delle donne, i cambiamenti climatici, il futuro dei giovani, l’Europa che vogliamo, l’istruzione, il Welfare.

Ci sono pulsioni regressive che indicano tutti gli immigrati come nemici, o riducono il tema della sicurezza dei cittadini all’autodifesa, mentre spetta allo Stato dare sicurezza.

Sono pulsioni che le sinistre non riescono ancora a contrastare proponendo valide alternative. Servono proposte anche nuove, per essere credibili agli occhi di chi non si sente rappresentato da nessun partito esistente, ma al tempo stesso può condividere i principi e i valori che sosteniamo, dobbiamo saper ascoltare e coinvolgere.

Abbiamo, fra l’altro, la scadenza ravvicinata delle elezioni amministrative ed Europee.

Chiediamo che dalle questioni delineate dal documento di Speranza, si ricavi una più chiara definizione di progetti e proposte, in modo da favorire un confronto di merito nella società.

Ci rivolgiamo a tutte le persone e alle forze interessate, partendo da quelle che si sono auto convocate alla assemblea del 24 novembre a Roma.

Insistiamo perché le donne e gli uomini che vorranno partecipare alla fase costituente possano essere coinvolti. C’è un nuovo Statuto da definire, quello attuale di Mdp, deliberato in tempi stretti, va rivisto.

Proponiamo che oggi come nel futuro, sulle questioni strategiche per la prospettiva e il profilo del nuovo partito, si formalizzi la prassi, a livello locale e nazionale, del parere preventivo e anche deliberativo degli iscritti.

Proponiamo inoltre che si individuino le forme del coinvolgimento di simpatizzanti, anche non iscritti, ma regolarmente registrati in un apposito albo.

Vogliamo rappresentare una reale innovazione rispetto a tutte le esperienze di partito fin qui conosciute. Anche su questo serve una piccola rivoluzione, osando più democrazia e sapendo che questa nostra aspirazione deve valere per l’Europa che vogliamo.

Se vogliamo cambiare un mondo che non ci piace, zeppo di conflitti che potrebbero sfuggire di mano, specie di fronte ad uno scenario internazionale attraversato da evidenti atteggiamenti irresponsabili, da chiusure segnate da egoismo sociale e dal ritorno alla logica deleteria dei confini, dobbiamo assolutamente cambiare noi stessi, nel pensiero politico e nel modo di elaborarlo e di affermarlo.

Si può fare, se c’è la volontà giusta.

Sappiamo che un partito nuovo non si costruisce in pochi mesi, ma il passo iniziale può indicare il cammino da percorrere, anche con una prassi di maggior coinvolgimento e trasparenza fra i livelli territoriali e quello nazionale.

Noi desideriamo un partito della sinistra, autonomo ma non autosufficiente, aperto ed inclusivo, alternativo a questa nuova destra e capace di dialogare con tutte le forze che le si oppongono.

Dobbiamo affrontare i mutamenti climatici e la nuova rivoluzione scientifica e tecnologica in corso, diversa dalle precedenti anche per la sua velocità pervasiva, sapendo che il capitale sociale, cioè il lavoro in tutte le sue espressioni (manuale, intellettuale, imprenditoriale) e la salvaguardia dell’ambiente, rappresentano un binomio storicamente ormai indissolubile.

Lo stesso fenomeno delle migrazioni non sarà affrontabile in modi pacifici e democratici, senza valorizzare il capitale sociale e ambientale del nostro pianeta.

L’Europa che cambia, per noi, significa la scelta di promuovere unitariamente e concretamente un piano straordinario di investimenti per aiutare l’Africa e i suoi abitanti.

L’Europa che cambia, per noi, significa la scelta di affrontare e condividere, senza chiusure dei confini, un tema come le migrazioni, che coinvolgono milioni di persone e sapendo che ogni guerra, la povertà e i disastri ambientali spingono le persone a spostarsi. Va loro data la possibilità di farlo per vie legali e/o attraverso corridoi umanitari.

In Italia occorre ripartire da un sistema di integrazione diffusa, capace di coinvolgere tutto il territorio nazionale, a dimostrazione che è possibile un’altra idea di società. Peraltro con gli Sprar si erano avviate le prime esperienze positive di integrazione, con i Comuni e molte associazioni protagoniste. La scelta dell’accoglienza diffusa si è già rivelata più efficace dei grandi centri di “detenzione” ed è realizzabile avendo il coraggio di avviare, coinvolgendo movimenti sociali e forze democratiche, una battaglia per il superamento di un sistema di leggi a trazione leghista che, oltre che essere ingiuste e fuori dalla Costituzione, hanno ingenerato paure e insicurezza.

Anche per questo vogliamo rilanciare la battaglia per lo Ius Soli.

Una energica innovazione deve essere applicata al modello istituzionale e al modo di funzionare dello Stato, dopo la fallimentare fase delle grandi riforme. Solo uno Stato che funziona bene, con un ruolo essenziale dei Comuni e un federalismo solidale, può stroncare le mafie e ogni forma di criminalità, la corruzione, i nepotismi e clientelismi diffusi, la lentezza della Giustizia e garantire così pienamente la legalità e lo stato di diritto, riavvicinando istituzioni e cittadini.

Siamo il paese d’Europa con i livelli più alti di evasione fiscale e ciò nonostante si continua con nuovi condoni fiscali ed urbanistici. Il Mezzogiorno d’Italia non è per nulla considerato nelle politiche di sviluppo nazionali e nulla si fa per creare lavoro.

Ormai è evidente che la nuova destra italiana propone ricette che saranno dannose per chi lavora e produce, per gli strati più deboli del nostro popolo, oltre che per la tenuta dei conti pubblici.

Condividiamo ciò che ha affermato il Presidente Mattarella: “Senza finanze pubbliche solide e stabili non è possibile tutelare in modo efficace e duraturo i diritti sociali, assicurando l’indispensabile criterio dell’equità intergenerazionale”.

Serve dunque un nuovo pensiero politico, avendo come bussola il bene dell’Italia.

Chiediamo che l’Assemblea Nazionale del 16 dicembre a Roma, in modo unitario, dia forza   a questo obiettivo.

Bologna non farà mancare, anche in questo passaggio cruciale la sua voce, il suo impegno, il suo contributo.