Prima di parlare della bellezza della diversità, inizierei dalla situazione che ci affligge in questo momento e che dura da ormai troppo tempo, la guerra in Ucraina.
Mi suona persino strano parlare di guerra nel XXI esimo secolo.
Sembra che il passato non ci abbia insegnato niente perché ricadiamo nelle risoluzioni belliche dei conflitti con armi sempre più potenti.
Queste violenze sono alimentate da logiche economiche e ragioni di supremazia di qualche leader politico, rifiutando completamente di riportare le discussioni sul piano dell’umanità.
Noto una mobilitazione massiccia da parte delle nazioni europee ad aiutare il popolo ucraino martoriato, e vittima di soprusi da più di 2 mesi. Però mi chiedo: Perché nella sofferenza comune dei profughi che scappano dalla guerra nelle frontiere con l’Ucraina agli africani viene riservato un trattamento diverso? A loro non viene consentito di usufruire dei mezzi di trasporto autobus o treni per potere uscire dalla guerra. Costringendoli a fuggire a piedi, senza mezzi di sostentamento sotto le temperature gelide. Oppure quando si parla di aiuti sia economici nell’accoglienza, gli altri profughi non vengono contemplati. E di fatto vengono classificati profughi di seconda categoria.
Ci troviamo dinanzi a un problema culturale alimentato dalle propagande mediatiche propagandiste.
È emblematico del fatto che il mondo è malato e necessita dell’impegno di tutti.
Dopo il focus mediatico della guerra in Ucraina tutto verrà accantonato come altre guerre in atto in questo momento.
Prendo come esempio la situazione della Repubblica Democratica del Congo dove il bilancio dei morti è di circa 12 milioni, 4.5 milioni di sfollati in una guerra che dura da 27 anni! Nel mondo ci sono altre 33 guerre in corso.
La nostra azione deve essere ora e in modo continuo affinché tragedie di queste dimensioni non avvengano più!
La bellezza della diversità.
La diversità la si può vedere fra persone nei territori manifestandosi fra razze, generi, dimensione culturale e quella sociale.
La diversità è però faticosa da accettare, da comprendere. La diversità è stata ed è alla base dei crimini peggiori dell’umanità: le leggi razziali, i genocidi, le persecuzioni nei confronti delle minoranze. La costituzione italiana è molto bella, all’articolo 2 afferma le diversità, all’articolo 3 afferma il valore dell’uguaglianza, quella formale e quella per me più importante, quella sostanziale. Perché ci sono delle differenze che non sono bellezza, sono le differenze di censo, di condizioni di partenza, che impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
In questo contesto come può la diversità divenire bellezza? Non sarà facile né rapido ma ci vorrà tempo, c’è tanto lavoro da fare perché gli effetti della diversità continuiamo a vederli sotto i nostri occhi… parliamo tanto del fatto che la diversità è bellezza ma in realtà com’è?
La diversità ci ha lasciato delle ferite e ci ferisce ancora. Ma nel passato era chiaro che le diversità venivano usate, e vengono ancora usate, in modo strumentale. Si inventano le differenze tra gli uomini per usarle come barriere, ostacoli, motivi di conflitto.
Mi chiedo ancora: come fare perché la diversità diventi bellezza?
Ci sono delle tappe da affrontare affinché ciò avvenga e l’ingrediente fondamentale è il dialogo.
Dialoghi fra le nazioni per giungere alla pace e ristabilire un nuovo equilibrio mondiale dove le persone dovranno essere messe al centro delle discussioni. Abbiamo visto che con la pandemia da Covid i problemi sono globali e siamo tutti legati, interconnessi.
I problemi globali richiedono azioni globali, solo unendoci possiamo arrivare alla pace e lo strumento attraverso il quale la si può raggiungere è il dialogo fra popoli.
In questo modo possiamo sperare che la diversità diventi bellezza, la diversità dei popoli diventi ricchezza per tutti. La diversità non è bella di suo. MA DIVENTA BELLA con il nostro impegno
Mi riferisco anche alla legge Zan di cui l’approvazione è stata rimandata più volte e ora in senato anche qui il nostro impegno è fondamentale affinché sia riconosciuto il diritto alla diversità.
Concludo con una parola per il futuro e per motivarci a lottare:
“Fino a quando il colore della pelle non sarà considerato come il colore degli occhi noi continueremo a lottare.” — Che Guevara
Scritto da: Odette Mbuyi
Forum Donne – Articolo UNO Veneto
Referente: Delizia Catrini