Forum donne Veneto: su Turchia i paesi democratici alzino la voce

Veneto

Le voci di opposizione in carcere: Demirtas, il leader del maggior partito di opposizione, è in prigione dal 2016. Decine di migliaia di oppositori o di voci scomode licenziate, giornalisti, insegnanti, intellettuali, artisti, cantanti, scrittori, lavoratori, vengono perseguitati perché non in linea con la linea di governo. È quello che succede da anni in Turchia, un Paese che il dittatore Erdogan trasforma ogni giorno di più in un luogo in cui la libertà di pensiero viene eliminata. In questi anni sono state poche e solitarie le voci che si sono alzate dai nostri Paesi per prendere posizione contro questa deriva fascista. Timidi tentativi, lasciati cadere nel nulla per non disturbare chi frena milioni di profughi ai propri confini letteralmente usandoli come minaccia nei confronti dell’Europa. E così l’Europa tace. Non solo l’Europa, ma tutti i governi.

Ora Erdogan fa un passo in più verso l’arretratezza e lo fa prendendo di mira le donne. Decide di uscire dalla convenzione del Consiglio d’Europa, siglata a Istanbul nel 2011, sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne.  Non abbiamo dubbi sul tipo di ruolo che Erdogan vuole ritagliare per le donne: un ruolo di silenzio. Così come al silenzio ha voluto ridurre tutte le voci diverse dalla sua.

Quello che non è più accettabile è il silenzio dei paesi europei, dell’Europa, dei popoli europei. Chiediamo che il nostro Parlamento e il Parlamento europeo si esprimano. Ricordiamo che per quanto riguarda le donne, sulle stesse linee di Erdogan si muovono in Europa anche Polonia e Ungheria, paesi governati dalle destre, che indietreggiano ogni giorno nel rispetto dei diritti. Ossessionati dall’idea che le donne possano avere un ruolo attivo e libero nella società, si muovono per portare indietro le lancette del tempo.

È ora che chi si professa democratico e rappresentante di Paesi democratici alzi la voce e abbia il coraggio di agire anche in termini economici, rompendo con l’ipocrisia di pretendere che si possa essere democratici andando in compagnia di chi è oscurantista, retrogrado e persecutore. O semplicemente facendo finta di niente.

Ora basta.

Solidarietà al popolo turco che resiste alla dittatura, dalle carceri, dai luoghi di lavoro, dai luoghi di studio. Solidarietà a chi difende donne e uomini e il diritto di vivere in pace.

 

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