Forum donne Veneto: sicurezza, fermare le filiere produttive non essenziali

Veneto

Milioni di lavoratrici e lavoratori sono impegnati per garantire al Paese di continuare a curarsi, a mangiare, a vivere. Sono i servizi essenziali.

Per garantire la massima sicurezza a tutti queste lavoratrici e lavoratori deve essere fatto uno sforzo enorme.

L’accordo con i sindacati siglato il 14 marzo prevede alcune norme di sicurezza che debbono essere rispettate per poter mantenere aperte le fabbriche. Sappiamo che ad oggi non è possibile assicurare dispositivi di sicurezza neppure per gli operatori sanitari e per quei lavoratori che effettivamente non possono fermarsi perché assicurano servizi essenziali.

L’accordo scarica sulle imprese e chi su chi lavora la responsabilità che avrebbero dovuto essere in capo alla politica: gli imprenditori, soprattutto delle piccole e piccolissime imprese, si trovano a dover decidere tra un legittimo desiderio di andare avanti con la propria attività e la valutazione della sicurezza dei propri lavoratori; le lavoratrici e i lavoratori si trovano a dover prendere atto dell’impossibilità oggettiva di proteggere sé stessi, i colleghi, le famiglie in un ambiente di lavoro che non assicura le dovute protezioni.

Ci sono molte piccole realtà imprenditoriali che non hanno al loro interno rappresentanze sindacali in grado di vigilare sull’applicazione delle norme di sicurezza. Lo SPISAL d’altra parte non ha la forza di poter controllare se non su segnalazione o a random.

È per questo motivo che come forum donne Articolo UNO Veneto riteniamo sia indispensabile che la politica continui a fare, come fatto fin ora, la sua parte bloccando subito tutte le attività e le filiere produttive che non sono considerate essenziali.

Molte fabbriche, con senso di responsabilità, hanno già deciso la fermata, ma non è così per tutti e molte sono le aziende, che pur non prestando servizi indispensabili, continuano a tenere aperti i cancelli.

Esemplificativo è il caso di una fabbrica della Provincia di Rovigo che ha informato i propri dipendenti di aver attivato un’assicurazione integrativa per indennità di ricovero e convalescenza post terapia intensiva, a titolo di “tutela” per i propri dipendenti, Con tanti auguri di pronta guarigione.

Questo è esattamente quello di cui non c’è bisogno: la salute si tutela, non si monetizza senza pensare alle conseguenze sulla salute pubblica (forse è sfuggito che si tratta di pandemia).

È evidente che questo aumenta la potenzialità del contagio e, con esso, la saturazione dei posti in ospedale, i morti, i tempi di recupero per il Paese e uno stress oramai insostenibile per tutto il comparto socio sanitario.

Riteniamo che siano necessarie immediate misure di fermata per tutto ciò che non è strettamente necessario.

Allo stesso tempo le istituzioni devono garantire il massimo dei controlli nei luoghi di lavoro che non possono fermarsi.

Non è giusto, non è razionale, non è logico lasciare il mondo del lavoro nelle mani delle decisioni degli imprenditori.

Molto più giusto, razionale e logico sarebbe concentrare gli sforzi nel mantenere attive le attività essenziali alle quali effettivamente assicurare i presidi e le di tutele necessarie.

Fermiamoci per aiutare a fermare il contagio.

FORUM DONNE VENETO – ARTICOLO UNO