Forum donne Veneto: da Feltri frasi orribili su stupro, l’Ordine intervenga

Veneto

Il non più giornalista Vittorio Feltri ha lasciato l’ordine nel giugno 2020 sottraendosi, in tal modo, al giudizio dei suoi pari che ormai da tempo avevano compreso come le modalità di espressione usate da costui fossero in contrasto con le norme etiche e comportamentali della categoria.

Il suo non essere più giornalista lo sottrae dal rispondere fino in fondo alle sue quasi sempre orribili imprese “letterarie” intrise di violenza verbale. L’ultima di queste la troviamo nell’articolo dedicato ai fatti che hanno coinvolto un imprenditore e una giovane donna dal titolo “Ingenua la ragazza stuprata da Genovese”.

A prescindere dal nesso logico inesistente in vari passaggi dell’articolo che non teniamo neppure a rappresentare, anche dove l’autore narra l’orrenda vicenda, questo viene fatto sempre con un linguaggio irrispettoso e talmente e insensibile che continua ad aprire le ferite di chi quella vicenda l’ha vissuta e induce incredulità, sofferenza e rabbia in chi per un senso di solidarietà, sente un poco di quel dolore dentro di sé.

Si tratta di narrazioni tossiche che non hanno come scopo sostenere una tesi di per sé, che può essere più o meno condivisa, ma attrarre l’attenzione del lettore usando parole appositamente volgari che contribuiscono a sminuire ancora di più chi è vittima del fatto, persona che si trova indifesa rispetto a chi scrive e chi legge.

Atteggiamento in netto contrasto con il principio di massimo rispetto nei confronti di soggetti deboli categoria nel merito rappresentata da una giovane donna intrappolata in un gioco perverso e terribile per la quale non si manifesta nessuna comprensione, solidarietà, compassione.

Di tutto questo davanti all’ordine dei giornalisti Vittorio Feltri non darà conto perché non ne fa più parte, ma il Direttore Responsabile della testata giornalistica dovrebbe rispondere dei motivi del mancato controllo su tali scritti, almeno nell’ambito della disciplina pubblicista.

Richiamiamo pertanto la necessità di una maggiore attenzione verso l’uso delle parole che possono essere pesantissime come in questo caso. Sono parole che hanno come scopo quello di solleticare le parti peggiori dell’animo umano; sono le parole che incoraggiano disprezzo, rinforzano e giustificano il cinismo; sono le parole dell’odio.

Feltri e i responsabili del giornale che ospita i suoi cinici pezzi dovranno in qualche modo rispondere di tutto il male che stanno procurando, probabilmente non alla propria coscienza -che è muta alla umana compassione- ma alla società civile e l’Ordine dei giornalisti può concorrere affinché un mestiere nobile ed importante non sia degradato a livelli così infimi.

Terminiamo con un abbraccio virtuale a Michela chiedendole perdono per tutto il male che ha dovuto sopportare e per quello che sta ancora subendo, abbraccio che dovrebbe giungerle anche da chi si prende l’incarico di raccontare la sua vicenda al grande pubblico.

Speriamo con tutto il cuore che la testata giornalistica “Libero” sia boicottata dalla società civile, dalle donne che conoscono le difficoltà che ciascuna ogni giorno affronta anche in questo occidente che consideriamo tanto avanzato.

 

Forum Donne – Articolo UNO Veneto