Faenza/Ravenna. “Aperti al dialogo con tutte le forze di centrosinistra”

Lugonotizie
Giovedì 13 Aprile 2017

 

LE INTERVISTE

Federica Degli Esposti, consigliere comunale a Faenza e coordinatrice del gruppo di 9 persone che ha il compito di costruire Art. Uno MDP in provincia di Ravenna: ìSiamo usciti dal Partito Democratico per costruire un campo largo di centro sinistra e dunque siamo aperti al dialogo con tutte le forze di questo campo, dal PD alle altre formazioni di sinistra. Con il PD all’inizio ci saranno delle complicazioni per via della recente separazione, ma dovremo superarle. In questi mesi dovremo anche dimostrare che siamo diversi dal PD nei contenuti oltre che nelle modalità di fare politica. Lo faremo con grande serenità, perchÈ il nostro obiettivo è proprio quello di creare un nuovo centro sinistra aperto, largo, plurale.

Quindi il problema per voi non è solo Renzi, che ci ha messo del suo nel modo in cui ha gestito il partito, ma è anche la politica seguita dal PD in questi anni: è su questo che volete un cambio di passo?

“Assolutamente sì. Nelle politiche incarnate da Renzi via via ci siamo riconosciuti sempre meno. Comunque non voglio continuare a parlare del PD, ormai siamo usciti e guardiamo avanti. Aperti al dialogo con tutti.”

Per quanto riguarda le maggioranze di governo a livello locale non cambia nulla?

“Rimaniamo saldamente in queste maggioranze. Siamo leali con i programmi sottoscritti quando siamo stati eletti e con i Sindaci che sono stati eletti anche con il nostro contributo. La lealtà per noi è un valore, da non confondere con la fedeltà. Certo cambia la dialettica con chi ha la maggiore responsabilità di governo: ora noi porteremo avanti i nostri contenuti, dal lavoro alla scuola, dall’ambiente ai servizi sociali, e su quelli saremo più vigili e più esigenti.

Gianandrea Baroncini, Assessore comunale a Ravenna, nel coordinamento dei nove che guida la transizione di Art. Uno MDP a Ravenna: “Sono leale alla maggioranza che governa Ravenna e al suo programma; non sono bipolare e siccome gran parte di quel programma ho contribuito a scriverlo, sono rimasto in giunta. Per correttezza ho rimesso le mie deleghe al Sindaco e il Sindaco mi ha riconfermato le deleghe e la sua fiducia: dunque continuo a lavorare per quel programma e quel progetto di governo per cui mi sono impegnato a Ravenna.”

Dal punto di visto psicologico, che cosa comporta la scelta di uscire dal PD nel rapporto con i vecchi compagni in Giunta e in Consiglio comunale?

“Ho sempre lavorato molto e ci ho sempre messo la faccia. Vedo che c’è molto rispetto per la mia scelta e c’è molta condivisione sul punto di lavorare insieme per una prospettiva riformista e progressista sia a livello locale che nazionale. Ora mi interessa poco parlare dei problemi del PD, mi interessa invece ragionare sulla ricostruzione di un campo di centro sinistra che nel corso di questi anni è diventato sempre più dissestato e sempre più abbandonato dagli elettori. Da quelli che si astengono e da quelli che forse ora votano per i 5 Stelle. Io voglio provare con tutte le mie forze a rilanciare una cultura e un’alleanza di centro sinistra per governare l’Italia e dare risposte agli italiani.”

Quindi un dialogo a tutto campo per voi, dal PD a Sinistra italiana a Possibile, a Pisapia?

“Assolutamente sì. Bisogna costruire un progetto comune partendo dai problemi concreti delle persone e dalle soluzioni di governo da mettere in campo. In questo modo possiamo superare anche vecchie incrostazioni ideologiche e logiche personalistiche.”

Miro Fiammenghi, già consigliere regionale e stretto collaboratore di Pierluigi Bersani: “La costruzione del nuovo movimento è appena iniziata. Sappiamo che non sarà facile. C’è attenzione delle persone versi di noi. Si fermano ai nostri banchetti. Chiedono. Vogliono sapere e capire.”

Il vostro obiettivo è costruire un nuovo centro sinistra, con più sinistra e meno leaderismo alla Renzi?

“Il mio obiettivo fondamentale è costruire un nuovo campo di idee progressiste e riformiste, attorno al quale costruire un centro sinistra più largo che sia in grado di governare il paese. Ma prima dei soggetti, vorrei che mettessimo insieme le idee su lavoro, welfare, scuola, Europa, pace. Le idee necessarie per dare concrete risposte di governo ai quattro quinti della società che soffre in Italia e nel mondo, per dare speranze a chi è più colpito dalla crisi.”

Dialogo anche con il M5S come ha detto Bersani?

“Noi vogliamo parlare con gli elettori grillini, che esprimono bisogni e idee. Vogliamo confrontarci nel merito dei problemi. E’ altra cosa dal cercare un accordo con i vertici del M5S. Quello non è all’ordine del giorno.”

Adelaide Castellucci, da sempre impegnata nella battaglia dei diritti delle donne: “Sul terreno dei diritti il governo Renzi ha fatto delle cose, è su tutto il resto che ci sono dei problemi. Naturalmente quei nuovi diritti vengono da lontano, da battaglie di tanti anni e negli ultimi anni si sono create finalmente le condizioni per fare certe cose. Con più coraggio si poteva fare di più e prima. Ma il problema è che le condizioni delle donne sono molto peggiorate in campo economico e sociale, le donne sono il pezzo di società che ha subito di più la crisi economica di questi anni. I diritti in campo economico e sociale sono importanti quanto i diritti civili: il diritto al lavoro per le donne, il diritto al futuro, il diritto ad avere dei figli con le dovute tutele. Mi piacerebbe che il nuovo movimento che stiamo creando mettesse al centro questi temi e che lo facesse con un protagonismo comune di uomini e donne. Non mi piacciono le donne che cercano di imitare gli uomini nel loro modo di gestire e agire con il potere e nel potere, come a volte hanno fatto le ministre del governo Renzi.”

Gabriele Albonetti, già Presidente della Provincia e più volte parlamentare, ex Questore anziano della Camera dei Deputati: “Affronto questa nuova avventura con lo stesso spirito di sempre, in continuità. Tutta la mia vita è stata improntata a costruire l’unità della sinistra e del centro sinistra e penso che oggi questa possibilità non sia più consentita dentro l’attuale PD. Naturalmente si spera sempre che le cose cambino, ma noi dobbiamo provare a darci nuovi strumenti per ricostruire il centro sinistra nel senso di cui parlavo prima.”

Lei è stato uno dei protagonisti della stagione dell’Ulivo. Lo spirito da recuperare è quello?

ìLo spirito è lo stesso. Io penso che il grande sconfitto dell’ultima stagione politica sia proprio l’Ulivo e ciò è vero non solo per quelli che l’hanno costruito da sinistra, ma anche per i cattolici democratici. Bisogna riprendere quel cammino che è stato abbandonato.

Quanto le fa male sentirsi dire che è uno scissionista?

Mi fa male. Perchè in realtà non siamo scissionisti. Siamo persone che vogliono unire e se per unire oggi dobbiamo fare un giro un po’ più largo, lo facciamo.

Il dialogo è in tutte le direzioni, sia con i vecchi compagni del PD sia con chi è a sinistra sia con chi non vota più

Sì. E questi ultimi erano e sono molti. In Italia ormai parecchi milioni. In Emilia-Romagna lo abbiamo visto alle ultime regionali, una cosa mai registrata prima. E pensare che nessuno ci ha voluto riflettere su quel dato allarmante. E questo è grave. Da quando ho fatto questa scelta però ho ritrovato parecchia gente interessata. Naturalmente, con le persone bisogna essere chiari: noi non siamo una forza di estrema sinistra, siamo un movimento di sinistra riformista e di governo, per cui chi vuole aderire ad Art. Uno MDP sa che quella è la nostra ambizione: riportare la sinistra e il centro sinistra a governare l’Italia con una robusta impronta riformatrice e progressista.

Domenico Antonio Esposito, 22 anni, già segretario provinciale dei giovani del PD, è nel coordinamento provinciale di 9 membri di Art. Uno MDP Ravenna: ìUn ragazzo di 22 anni come me non puÚ continuare a sentirsi dire che il futuro sarà un posto bellissimo. Io e i ragazzi della mia età, che hanno fatto la mia stessa scelta, probabilmente hanno voglia di sentirsi dire che il presente puÚ essere un posto migliore, affinchè il futuro sia quello che desideriamo. Non vediamo più nel PD la possibilità di portare avanti idee e un progetto nuovo di società, sempre più necessario. Nel PD prevaleva l’immobilismo, per cui la mia scelta è diventata obbligata.

Carlo Boattini, già Direttore generale del Comune di Ravenna, fa parte del coordinamento provinciale di 9 membri di Art. Uno MDP Ravenna e ne è il tesoriere: ìC’è molto interesse e molta attenzione nei nostri confronti. Anche nei banchetti che abbiamo già fatto per presentarci ai cittadini abbiamo riscontrato grande curiosità. Le persone vogliono capire. Molti hanno appena scoperto che siamo usciti dal PD e quindi sono in attesa di vederci muovere i nostri passi. Ma ci sono già persone che cominciano a dirci vi tengo d’occhio, noi abbiamo smesso di votare PD e adesso votiamo 5 Stelle. Per cui si conferma quello che pensiamo da tempo: nel voto al M5S è finita parte degli elettori di sinistra delusi dal PD.

Fa male sentirsi dare degli scissionisti?

“Un po’. In realtà non si vuole capire che noi stiamo cercando di dare una casa politica nuova a tanta gente che non aveva piiù casa, che nel PD non si riconosceva piiù. C’è molto da fare per farsi capire dalla gente, ma lo spazio c’è.

Primarie del PD. Lei andrà al gazebo il 30 aprile per votare Orlando o Emiliano?

Assolutamente no. Ovviamente per coerenza. Non sono più un elettore del PD.

Pensa che le uscite dal PD continueranno dopo la fase congressuale e le primarie del 30 aprile?

Penso proprio di sì. Soprattutto se la linea sarà quella che Renzi ha detto, chi vince vince e chi perde perde, ovvero una pura conta per misurare chi ha la leadership: poi fa tutto chi vince e gli altri stanno zitti. Se passa questa linea tanta gente che ora s’è messa in attesa o spera in qualche novità si rimetterà in moto. Ma è una cosa di lungo periodo. Non finisce tutto domani.

A cura di P. G. C.