Articolo Uno Veneto: catastrofe Covid, Zaia raccoglie quanto seminato

Veneto

Prima la variante inglese, poi un’improbabile variazione veneta del virus, quindi il fatto che nel computo dei test non venissero calcolati quelli rapidi fatti in Veneto. Alla fine anche il presidente Zaia, nella consueta conferenza stampa approntata per nutrire la bolla mediatica deve ammettere che “qualcosa non torna” e che “abbiamo rispettato tutte le restrizioni ma i risultati non si vedono”.

Tutto però è destinato drammaticamente a tornare: gli effetti delle restrizioni governative si vedranno tra qualche giorno, perché tutti dovrebbero sapere che esiste un intervallo di tempo tra l’adozione di misure e la loro traduzione in efficacia sulla diffusione dei contagi.

Oggi il Veneto raccoglie quanto seminato nel mese di dicembre, con la protervia nel mantenere la Regione in zona gialla, l’invenzione di zone “gialle plus”, la forzatura sui numeri delle terapie intensive disponibili. A poco vale prendersela inoltre con i comportamenti dei propri concittadini, se per settimane si è conculcata l’illusione del Veneto terra felix.

Purtroppo le gestione dell’emergenza non è andata oltre un mix di paternalismo e narrazione mediatica, lasciando pressoché soli i medici e gli infermieri negli ospedali e nei territori. Ora il presidente Zaia metta una volta per tutte a zero le polemiche, sia parte diligente nell’eseguire le misure che verranno adottate dal Governo: è chiaro a tutti che serve il prolungamento di misure di limitazione pesante in tutto il territorio regionale, per alleggerire la pressione su terapie intensive e strutture ospedaliere al collasso, e si usi il mese di gennaio per rendere davvero massiccia la campagna di vaccinazione contro il covid-19.

 

Il segretario regionale Articolo uno

Gabriele Scaramuzza